​’Andiamo a donare il sangue’. La storia di un docente che insegna ai suoi alunni la generosità

Matematica, fisica e…generosità: sono queste le ‘materie’ insegnate da un professore che ha deciso di accompagnare i suoi alunni all’ospedale di Casarano per donare il sangue. Un gesto piccolo che può salvare una vita umana.

A scuola si può imparare anche a tendere la mano agli altri, ad aiutare chi ne ha bisogno prima che qualcuno lo chieda, a fare la cosa giusta senza che sembri un comportamento “imposto”. Insomma, si può curare l’anima, oltre che la mente. È quello che ha fatto Ivano De Luca, insegnante di matematica e fisica al Liceo “Vanini” di Casarano che, oltre a ‘salire in cattedra’, ha deciso – una volta chiusi i libri e corretti i compiti – di instaurare con i suoi ragazzi un rapporto speciale, un legame umano oltre che scolastico.
  
Il docente è stato trasferito a Dalmine, ma prima di salutare i suoi ex alunni e affrontare il nuovo anno scolastico lontano da casa, ha deciso di trascorrere con loro l’estate per lasciargli un altro importante insegnamento: quello della donazione del sangue. «Ho partecipato a molti compleanni – ha raccontato il prof. alla nostra redazione – molti hanno raggiunto il traguardo dei 18 anni. Li sentivo chiacchierare tra loro di feste, di cosa faranno una volta presa la patente, ma nessuno parlava di fare delle opere di bene perché non è nel loro status quotidiano». Uno 'stato mentale' che doveva e poteva essere cambiato.
  
Da qui, l’idea di dedicare una giornata agli altri, compiendo un gesto che può salvare una vita umana. E così, di buon mattino, un piccolo esercito di volontari composto da Aurora Casarano, Luigi Attanasio, Giorgio Orlando, Umberto Scarlino, Emanuele Piscopiello, Gabriele Omar D’Aprile, Matteo Stamerra, Gabriele Milano, Gerardo Quintana, Matteo Sarcinella, Andrea Aprile, Roberto Pacella capitati dal professore, si sono presentati all’ospedale ‘Ferrari’ di Casarano tra lo stupore dei medici e degli infermieri incaricati che non avevano mai assistito ad una generosità cosi ‘di massa’.
    
«Quando ti considerano un punto di riferimento coerente – ha spiegato – studiano con passione, si applicano con dedizione e anche i meno “portati” si cimentano per non deludere il loro professore. Vivendoli quotidianamente e dopo aver trascorso anche le vacanze con loro ho deciso di fare qualcosa che vada oltre il divertimento: la donazione volontaria».
   
Non si può essere d’esempio agli altri senza metterci anima e corpo. De Luca è un donatore da anni grazie a Don Gianni Mattia, viso conosciuto e amato tra i corridoi del Vito Fazzi di Lecce: «So che quando doni ti senti una persona davvero piena di vita – continua –  e i ragazzi oggi hanno energia da dare. Fare del bene deve entrare nella loro quotidianità».
   
«Si perde tempo per tante stupidaggini investiamo qualche minuto della nostra vita per chi ne ha davvero bisogno perché negli ospedali c’è realtà che fuori uno nemmeno immagina».
 
Ivano De Luca ha deciso di raccontare questa storia di (stra)ordinaria quotidianità affinché non resti un caso isolato: «Potrebbe essere il primo passo per una sensibilizzazione di gruppi di ragazzi: un minimo impegno gratuito ogni 3 o 4 mesi, 10 minuti di una mattinata per salvare vite: credo sia, forse, uno degli investimenti più remunerativi della nostra crescita».



In questo articolo: