​Passeggia sulla spiaggia e si ferisce con un punteruolo arrugginito. Al nono mese passa la giornata al Pronto Soccorso

Brutta disavventura quella vissuta da una salentina al nono mese di gravidanza. La donna stava passeggiando sulla spiaggia di Torre Chianca quando si è ferita al piede con uno strano oggetto. Ha dovuto passare la giornata al pronto soccorso.

Da una sdraio vista mare in una delle più frequentate spiagge della marina leccese ad una sedia del pronto soccorso dell’Ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce. È stata questa la domenica “alternativa” vissuta da una salentina che una volta tornata a casa ha preso carta e penna per raccontarci la sua ‘disavventura’ che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.
 
«Mi trovavo a Torre Chianca, esattamente tra due noti lidi, quando mentre passeggiavo tranquillamente sulla sabbia qualcosa mi ha punto» ci ha scritto la donna, al nono mese di gravidanza allegando la foto dello strano oggetto a forma di punteruolo che le si è conficcato sotto la pianta del piede, provocandole una piccola ferita. Difficile, in effetti, capire cosa sia o da dove provenga, ma certamente si tratta di qualcosa di pericoloso. Proprio per questo e considerando la sua “condizione”, la donna ha deciso di recarsi immediatamente alla guardia medica dove è stata curata in prima istanza e subito invitata a raggiungere il nosocomio più vicino.
 
«Ho dovuto fare prima l’antitetanica, poi prendere antibiotici senza contare la visita ginecologica più dettagliata che i medici hanno ritenuto necessaria visto che sono alla 35° settimana» continua la futura mamma un po’ indignata per la poca pulizia della spiaggia frequentata da giovani quanto da bambini e famiglie.  Dispiaciuta, la donna non ha esitato a puntare il dito contro l’amministrazione comunale, rea a suo dire di non aver pulito il tratto.
 
Purtroppo oggetti del genere non dovrebbero sfuggire ai mezzi utilizzati per pulire gli arenili dove all’inciviltà umana che spesso abbandona i rifiuti in maniera incontrollata sulla spiaggia si aggiungono anche tutti quei “manufatti” restituiti dal mare.  Di certo, sarebbe bastata più “attenzione” per evitare alla donna di trascorrere la giornata al Pronto Soccorso e rischiare per l’incolumità sua e del proprio bambino. 



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