‘Né qui, né altrove’. Santini che proteggono dalla Tap per ‘pagare’ il concertone del Primo Maggio

Continua senza sosta l’impegno dei promotori del concertone del Primo maggio, sul lungomare di San Foca, che stanno cercando i fondi necessari per organizzare l’evento. Non manca un invito ai proponenti dell’altro concerto, previsto il 25 aprile, di fare un passo indietro.

Mancano quattordici giorni esatti al concertone No Tap che trasformerà il lungomare di San Foca, a pochi chilometri dal cantiere della multinazionale svizzera, in un grande altoparlante per gridare «né qui, né altrove». L’evento – come si legge nella pagina Facebook del Comitato NoTap – è nato in maniera spontanea, dal basso e anche gli artisti che si alterneranno sul palco lo faranno in maniera assolutamente gratuita. La macchina organizzativa, però, non può muoversi solo con l’impegno, la volontà e la determinazione di chi si oppone con forza alla realizzazione del gasdotto che porterà il gas azero in Europa passando da San Basilio, ma ha bisogno di fondi che gli organizzatori stanno cercando di raccogliere attraverso donazioni via internet e altre forme dirette e originali come la vendita dei "santini" che proteggono dalla Tap.
  
Insomma, manca poco al Primo maggio e nonostante siano ancora tante le cose da organizzare alcuni punti fermi sono stati già fissati. Si tratterà, ad esempio, di una manifestazione apolitica: «A nessun politico, se non i sindaci schierati apertamente verso un No Incondizionato e che da sempre si battono contro questa opera imposta, inutile e dannosa ovunque venga realizzata – si legge – sarà concesso di parlare da quel palco. Nessuno avrà modo di sfruttare quel momento per fini politici o per una "lavata di faccia" dell’ultimo minuto».
  
Non manca, una frecciatina agli organizzatori dell’altro ‘concertone’ quello in programma, sempre a San Foca, il 25 aprile: «Che senso ha un altro concerto? – si domandano – chi lo ha lanciato, Michele Emiliano, ha da sempre considerato il TAP strategico. Strategico nonostante le inchieste di Report e dell’Espresso, strategico nonostante le forzature nell’iter e la violenza messa in campo sia dalla multinazionale (avviando i lavori senza le necessarie autorizzazioni e abbandonando in seguito gli ulivi espiantati), sia dallo Stato, che per difendere una multinazionale non si è preoccupato di manganellare cittadini e sindaci. Chi ha lanciato l’idea "dell'altro concerto" è lo stesso che non ha avuto il coraggio di ritirare la fantomatica autorizzazione fitosanitaria ed è sempre lo stesso che ha presentato la sospensiva al Tar solo dopo le nostre insistenze. E ancora, è lo stesso che punta al vertice del suo partito (le cui primarie saranno il 30 aprile, dopo soli 5 giorni dal concerto), partito che è tra gli sponsor principali del gasdotto».
  
Non le mandano certo a dire, dal Comitato No Tap, alla Fondazione della Notte della Taranta che si occuperà di portare gli artisti "sull’altro palco": «Che dire di chi in sei anni non ci ha mai invitato a parlare in quella "Notte" che ha tanta risonanza mediatica? Non pochi artisti hanno subìto una vera e propria censura nell’esternare la propria contrarietà a Tap. Alcuni hanno avuto l’ardire di sventolare una bandiera NO TAP e per questo sono stati sentiti dalla Digos, altri hanno scritto NO TAP con un pennarello su un braccio o su una maglietta ed anche loro sono stati richiamati dagli organizzatori. Che dire poi delle esternazioni di uno dei fondatori di quella "Notte" tanto famosa nel mondo? Che dire di chi afferma che quel concerto non può esprimere un NO netto perché quella fondazione è di tutti, facendo intendere in quel “TUTTI” anche i favorevoli a TAP».
  
Per questo motivo gli esponenti del Comitato No Tap tengono a chiedere ai proponenti di "quell’altro concerto" di fare un passo indietro. 



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