​’Gallipoli è troppo cara, mai più in questo lido’. Un turista lamenta servizi scadenti e costi elevati

70 euro circa e’ il prezzo che avrebbe speso un turista in visita nel Salento per una giornata di mare, in un noto lido del lungomare gallipolino. Su facebook il post di denuncia: ‘Non ritornero’, siete troppo cari!’

No, non è accanimento mediatico. E’ che sembra succedere proprio di tutto a Gallipoli in questo periodo; evitando di ripercorrere le note vicende balzate allattenzione delle cronache nazionali, sorvolando sugli affitti in nero, le case pollaio e l’ultima estrosa trovata di affittare balconi a 10 euro, a rincarare la dose ci sono anche le lamentele dei turisti.
     
Con il termometro e le temperature, salgono anche i prezzi un po’ ovunque: la segnalazione, questa volta, riguarda però un noto stabilimento balneare della “Città Bella”, uno dei tanti che popolano il lungomare gallipolino, ma anche uno tra i più discussi della costa ionica.
      
“31 euro per una frisa e due spritz – lamenta un turista con un acceso post pubblicato sul suo profilo Facebook, ad intendere che il costo sia esoso in relazione alla qualità. E aggiunge: “ 35 euro per un ombrellone, 20 euro per due flute di prosecco, per giunta in bicchieri plastificati – e conclude – una cosa agghiacciante, chiedetemi se ritornerò!”
     
Al malcapitato, quindi, il soggiorno nella struttura balneare sarebbe complessivamente costato intorno ai 70 euro, una cifra che lo stesso giudica esagerata .
     
Tra le numerose polemiche che infiammano la stagione gallipolina, questa non è certamente una delle minori. Sovente i gestori degli stabilimenti gonfiano i prezzi e costringono residenti e turisti a pagare cifre spropositate per una normalissima frisa che, in periodi meno caldi dell’anno, costerebbe dieci volte meno.
     
E’ questa l’altra faccia di quell'ingente flusso di turisti che, in certi casi, sente tuttavia  di essere sfruttato e spremuto fino all’osso. E se tali costi sono giudicati insostenibili e riescono a scatenare l’ira dei visitatori estivi, il progetto del Twiga che non ha più visto la luce per le ben note vicende, avrebbe senza ombra di dibbuio sollevato un polverone a causa dei preannunciati prezzi infinitamente più elevati. Chissà in quel caso a quante polemiche avremmo dovuto assistere. 
     
Ad ogni buon conto emerge un profilo chiaro del turista tipo che scegli il Salento e rientra certamente in una fascia medio – bassa, una categoria di persone per le quali 70 euro in cambio di una giornata al mare sono una spesa eccessiva.
Si ritorna così a parlare di turismo di massa, di quantità in luogo di qualità; della scelta di “pelare vivo” il cliente, piuttosto che offrirgli un servizio che sia giudicato irrinunciabile a qualunque prezzo. 
     
Ma se questi sono i costi che intendono imporre sul mercato i gestori del luogo, evidentemente si stanno rivolgendo alla clientela sbagliata: forse, sarebbe il caso di attirare un turismo qualitativamente più alto, con potere d’acquisto maggiore, pronto a spendere qualunque cifra pur di godere del bel Salento. 



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