​’Il Pane e le Rose’. Cisl Lecce apre il suo Congresso nel segno della Persona, del Lavoro e della ComunitÃ

Si è aperto nel pomeriggio il Congresso territoriale numero 18 per la Cisl di Lecce che ha scelto come titolo ‘Il Pane e le Rose’ un nome che richiama un vecchio slogan adottato nel 1912 a Lawrence, nel Massachussets.

«Il Pane e le Rose»: è questo il titolo scelto dalla Cisl di Lecce per il suo 18° Congresso territoriale. Un nome che richiama quel "Bread and roses" del 1912 quando a Lawrence, nel Massachussets, fu proclamata una ‘protesta’ contro le barbare condizioni di lavoro che passò alla storia come lo "sciopero del pane e delle rose". 
  
Persona, Lavoro e Comunità sono queste le tre punte diamante che il Sindacato ha voluto mettere al centro dei lavori che per due giorni trasformeranno l’Hilton Garnen Inn di Lecce in un contenitore di idee e proposte per il futuro, un futuro al servizio dei lavoratori e dei cittadini, ogni giorno.
  
Cita Papa Francesco e Lévinas con la sua ‘Prima ancora di sopravvivere, di lavoro si vive’, ricorda che oggi come ieri è importante non solo il pane, ma anche le rose Ada Chirizzi, segretario territoriale che ha aperto i lavori.
 
«Per la diciottesima volta la CISL è chiamata non solo a scegliere le donne, gli uomini, i giovani, i pensionati, gli immigrati che la rappresenteranno per un quadriennio – afferma Antonio Nicolì, Segretario Generale Cisl Lecce nelle sua relazione –  ma soprattutto a riformulare se stessa, le sue scelte, le strategie per compiere anche nei prossimi anni la sua missione: essere soltanto un sindacato; essere a servizio delle persone nella loro quotidianità lavorativa e di cittadini; essere protagonista dello sviluppo del Paese e del territorio; essere soggetto attivo nell’esercizio della democrazia partecipativa; essere centro di studio, elaborazione e proposta per un Paese che ha bisogno di ritrovare un senso di comunità inclusiva e di rifuggire i tanti rancori populistici ed il paradossale gioco di delegittimazione fra parti politiche e tra i diversi livelli delle istituzioni».
 
I riflettori sono accesi sull’esercito degli esclusi che vede ingrossare le sue fila anno dopo anno: i disoccupati, i lavoratori a nero, gli inattivi esclusi da ogni possibilità di occupazione. Una umanità che fatica a intravedere un riscatto sociale e un contesto propizio per cercare un lavoro. «Ognuno di essi – prosegue Nicolì –  è una persona alle prese con la fatica di realizzare un progetto di vita,  di rendersi autonoma economicamente attraverso il lavoro dunque protagonista nella società con i propri talenti e le competenze per cui forse ha studiato anni, arricchendo così la comunità di cui fa parte e nella quale è giusto che sia integrato. Un esercito, eppure invisibile o quasi. Invisibile o quasi nelle scelte di politica dei governi, invisibile o quasi nel dibattito culturale, invisibile o quasi agli occhi anche di chi dovrebbe rappresentarne le istanze».
 
«Come CISL di Lecce abbiamo sentito di non poter restare con le mani in mano perché, per dirla con don Primo Mazzolari: "A che servono le mani pulite se le teniamo in tasca?"».

«Il Nostro compito – continua – resta quello di garantire retribuzioni, pensioni, ammortizzatori sociali. Il nostro ruolo però è più ampio. È farsi carico della vita delle persone, nel lavoro e nella comunità. È  farsi carico del sostentamento, del pane, ma anche dello stare bene con se stessi e con gli altri, nella  riscoperta di una dimensione comunitaria. Delle rose, appunto. La CISL di Lecce crede in questo impegno. Sapendo che non saremo noi gli unici a percorrere quel sentiero e che non dipende soltanto dal nostro lavoro. Ma che la giustizia sociale e i diritti delle persone, presto o tardi, saranno ovunque riconosciuti. Forse allora, per dirla con Guccini, noi non ci saremo, ma vogliamo comunque essere parte di quel percorso».
 
I lavori continueranno anche domani. 
 



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