​Sicurezza, mancanza di servizi e lavoro: continua il viaggio di Salento Rinasce nelle periferie di Lecce

I volontari dell’associazione culturale Salento Rinasce hanno bussato alla porta delle famiglie che abitano nelle case popolari nelle periferie, per capire quali problemi devono affrontare quotidianamente: dalla difficoltà a pagare le bollette alla mancanza di sicurezza.

Le prime pagine dei giornali locali raccontano spesso delle difficoltà vissute dalle famiglie che animano la periferia leccese. Padri senza lavoro che devono ingegnarsi per arrivare a fine giornata, di mamme che non riescono a dare da mangiare ai loro figli, di bollette che si accumulano nel cassetto, tra i sogni ormai archiviati, di anziani soli, di chi è in certa di una ‘nuova possibilità’. Ma un conto è leggere la ‘notizia’ e girare pagina pensando sia un caso isolato di qualche disperato che ha chiesto aiuto, un altro è capire che la povertà è molto più comune di quanto si possa immaginare.
  
La fotografia scattata da «Salento Rinasce» – un’associazione composta da cittadini italiani e stranieri che vivono nelle periferie – ci descrive un quadro preoccupante, al limite dell’emergenza. I volontari hanno bussato ogni porta, citofonato ad ogni campanello dei residenti delle zone 167 A/B/C, Santa Rosa e San Pio, per chiedere di ‘parlare’ della loro situazione attraverso un piccolo sondaggio.
  
E così, dopo le domande sulla ‘povertà’ che hanno raccontato di famiglie che non ce la fanno a pagare l’affitto o le bollette, arriva il quadro sulla sicurezza, la mancanza dei servizi e il lavoro. E anche in questo caso le percentuali raccontano delle delusioni e disillusioni, delle paure e delle angosce.
  
Sui potenziali pericoli del quartiere il 65% delle 700 persone intervistate ha dichiarato di non sentirsi al sicuro, il 20% percepisce una sicurezza molto relativa. Il restante 15% si dice tranquillo. I più ‘insicuri’ sono i residenti nelle zone 167 B/C e San Pio.
  
Sui servizi le richieste sono frammentarie: il 54% del campione lamenta la mancanza di servizi postali; il 23% accusa l’assenza di luoghi ricreativi; il 18% punta il dito contro i mezzi pubblici. Appena il 5% è soddisfatto.
 
I dati sul lavoro, invece, non raccontano nulla di nuovo. Nel 38% dei casi nessuno del nucleo familiare ha un reddito lavorativo dichiarato; nel 25% dei casi lavora regolarmente almeno un componente del nucleo familiare; nel 22% lavorano almeno due componenti del nucleo familiare; il 15% vive grazie a un introito dello stato (pensioni, Bonus, ect).
  
«Il problema che attanaglia le periferie leccesi – commentano da Salento Rinasce –  è la mancanza di lavoro e politiche sociali e comunali inadeguate per il contrasto alla povertà, spesso interi nuclei familiari devono inventarsi nuovi metodi per sopravvivere, spesso si decide se pagare utenze o tirare la cinghia sugli alimenti. Inoltre abbiamo riscontrato che molti ex detenuti e persone che hanno avuto problemi con la legge, hanno difficoltà al reinserimento lavorativo».
  
Per questo chiedono al neo-sindaco Carlo Salvemini di dare "centralità" agli abitanti delle periferie e marine, poiché dicono sono il cuore pulsante della Città. Inoltre, chiedono che l'amministrazione si attivi per aprire un fondo d'emergenza «per pagare le utenze ai cittadini leccesi in difficoltà, magari destinando una parte del ricavato delle multe».



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