​Tap può spostare gli ulivi del cantiere di San Basilio. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Regione Puglia

Via libera al cantiere del gasdotto Tap. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Regione Puglia contro i lavori di espianto di ulivi.

I No Tap hanno atteso con il fiato sospeso la sentenza del Tar del Lazio, ma il tanto atteso colpo di scena non c’è stato: la multinazionale svizzera, che intende traghettare il gas dall’Azerbaijan in Europa, può riprendere gli espianti nel cantiere di San Basilio, dove anche i dodici ulivi ‘rimasti’ dovranno essere spostasti nel sito di stoccaggio di Masseria del Capitano, per far posto al tanto contestato micro tunnel.
  
Dopo la discussione in Camera di consiglio, i giudici hanno respinto il ricorso presentato dalla Regione Puglia e fondato sulla convinzione che la Trans Adriatic Pipeline non avesse ottemperato alla prescrizione A44 della Valutazione di Impatto Ambientale e che il ministero dell’Ambiente avesse superato le proprie competenze, rilasciando le note autorizzative. 
  
Tap – si legge nelle motivazioni – è “un’infrastruttura strategica, di preminente interesse per lo Stato” quindi è il ministero dell’Ambiente il “titolare di una facoltà di controllo, sulla valutazione di impatto ambientale”.
  
Era stato lo stesso Tribunale amministrativo, il 6 marzo, a sospendere gli espianti, ma adesso stringendo tra le mani anche questa vittoria, la multinazionale potrà inviare operai e mezzi nel cantiere, sapendo che dovrà terminare lo ‘spostamento’ degli alberi entro il 30 aprile.
 
"Si tratta dell’undicesima sentenza a favore di TAP su undici ricorsi fatti sin qui – commentano dalla multinazionale – Questo certifica, ancora una volta, la correttezza delle procedure adottate. TAP proseguirà con i lavori rispettando scrupolosamente le leggi e le prescrizioni di natura ambientale, per garantire alla Puglia e all’Italia un’infrastruttura che porterà gas naturale, che contribuirà a ridurre l’inquinamento e favorirà l’indipendenza energetica del nostro paese".
  
Il comitato che da sempre si oppone alla realizzazione del gasdotto, consapevole che i giochi non si sarebbero chiusi così facilmente, non si arrende. Già da ieri aveva chiamato a raccolta tutti i primi cittadini firmatari dell’appello rivolto al Presidente della Repubblica. 



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