Aeroporti, strade e ferrovie, ovvero i pantani che affossano i sogni turistici del Salento

Infrastrutture antiquate, servizi carenti e un territorio che arranca nonostante le enormi potenzialità, frenano le possibilità di ulteriore crescita della penisola salentina nel comparto turistico e non solo.

La tragedia sfiorata, ieri, sul tratto ferroviario in prossimità di Galugnano è solo l’ultimo (in ordine di tempo, purtroppo!) sintomo di un malessere cronico che affligge e pregiudica, ormai, un intero territorio e il suo futuro, probabile, sviluppo.
  
Non è trascorso neppure un anno, infatti, da quando un disastro simile a quello evitato ventiquattro ore fa presso il comune salentino costò la vita a ventitré persone sulla linea che collega Andria a Corato ma, nonostante tutto e a dispetto di ben € 125milioni (su 250) già stanziati dal governo centrale per l’ammodernamento del sistema regionale dei trasporti su rotaie, l’incubo ha rischiato di materializzarsi, ancora una volta, con le stesse dinamiche e nel medesimo periodo… l’estate!
 
C’è chi ha parlato di fatalità, chi di chiare e dirette responsabilità politiche e invocato già le dimissioni di questo e quell’altro assessore o dirigente ma la realtà, per quella che è nei fatti, la conosciamo tutti così come tutti sappiamo benissimo quali sono i problemi che, più di altri, impediscono al Salento di fare quel salto di qualità che, in termini di immagine ed economici, insegue da oltre trent’anni… infrastrutture antiquate, quando non più propriamente vecchie, e carenza di servizi.
 
Non sono solo i treni, appunto, a rappresentare un gap per la nostra realtà territoriale ma, anche, autostrade e aeroporti che, da un lato, patiscono un’apatica disattenzione da parte delle amministrazioni locali e degli enti che dovrebbero garantirne funzionalità e sicurezza e, dall’altro, una sistematica repulsione da parte di associazioni e cittadini troppo spesso prevenuti e pronti ad alzare barricate ad ogni possibilità di ampliamento pure quando progettata nel più totale rispetto dell’ambiente e del luogo che andrebbe a interessare. Prova ne sono le continue proteste e i conseguenti stop al completamento della SS 275, un pressoché totale isolamento dell’Aeroporto Papola-Casale nonché la mancata realizzazione di una metropolitana di superfice da Francavilla Fontana a Santa Maria di Leuca.
  
È un circolo vizioso, un cane che si morde la coda, una matassa troppo ingarbugliata il cui unico obiettivo sembra quello di voler condannare la penisola salentina a un passato che cozza fortemente con le sue legittime aspirazioni turistiche che non possono, tuttavia, prescindere da una rete di collegamenti che le consenta di essere competitiva e raggiungibile da e per ogni dove.
  
Sia chiaro, nessuno ha voglia di veder deturpare la nostra terra in favore di pochi speculatori, ci mancherebbe, ma se non ci si sforza, almeno, di entrare nell’ottica che certi apparati, nel 2017, sono indispensabili e che si possono (ma soprattutto si devono!) fare con criterio e ragionevolezza, disastri come quello di Galugnano e Andria-Corato potrebbero, a breve, diventare una drammatica routine.
   
Luca Nigro



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