Area Marina di Porto Cesareo, rifiuti ai piedi dell’insegna: l’inciviltà non ha limiti

Un utente ci segnala, tramite l’apposita foto ‘twittata’ sul nostro account di redazione, l’abbandono di rifiuti proprio sotto l’insegna dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Non è il primo caso di degrado in certe zone.

Siamo al paradosso più assurdo. Fa rabbia la foto postataci gentilmente da un utente (che Leccenews24.it ringrazia) – sull’account twitter della nostra redazione. In alto si legge “Area Marina protetta di Porto Cesareo”; in basso, ai piedi dell’apposita insegna, un cumulo di rifiuti. Quasi un messaggio di menefreghismo da parte di chi, incurante, avrà pensato di abbandonare della spazzatura proprio nel luogo che per antonomasia dovrebbe ricevere più cura. Se non altro perché l'A.M.P. rappresenta l'unica Riserva Marina Statale del Salento. Ma tale caratteristica, ai soliti incivili, poco importa.

Pochi, pochissimi risultano informati circa le bellezze custodite dalla zona. Una delle poche a vantare, peraltro, la mappatura dei fondali, realizzata con metodologie e tecnologie che forniscono informazioni reali su tipologia, distribuzione ed estensione degli habitat (ben 15 differenti). Tra questi, una notevole percentuale di copertura rilevata a Posidonia oceanica, a Coralligeno e Grotte Sommerse, inseriti negli allegati della Direttiva CEE, nonché nel Protocollo ASPIM.

Eppure, certi dettagli, non li conoscono tutti. Forse deriva proprio dall’ignoranza questo abbandono di pattumiera in luoghi che, semmai, dovrebbero rappresentare la cartolina più bella del Salento. E adesso chi glielo spiega ai tanti turisti – giunti nella seconda “quindicina” di agosto per le ferie – che quel cartello indica una delle "perle preziose" presenti sul territorio? Come si fa a descrivere, davanti a tale scempio, 16.654 ettari e 32 Km di costa? Domanda alla quale i cittadini debbono rispondere ancor prima delle istituzioni competenti.

A noi il compito di aiutarle, segnalando episodi analoghi. In tempi non sospetti, del resto, il consigliere regionale “pentastellato” Cristian Casili – nonché vicepresidente della Commissione Ambiente in via Capruzzi – denunciò la discarica a cielo aperto presente alle “Cesine”.



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