La bella, bellissima notizia, in un periodo di crisi economica nel quale il lavoro, soprattutto quello giovanile, scarseggia non poco e si ha difficoltà a trovarlo, si è concretizzata.
Lo avevamo anticipato sabato scorso: l’Azienda Sanitaria Locale di Lecce stabilizzerà un buon numero di lavoratori precari.
Sono 136 le unità stabilizzate dal prossimo 1° ottobre 2018. Come preannunciato, la Direzione Strategica ASL Lecce ha adottato oggi la delibera che definisce la procedura di stabilizzazione del personale precario del Comparto Sanità, Tecnico e Professionale che, al termine dell’iter di verifica, è risultato essere in possesso dei requisiti previsti dall’art. 20 commi 1 e 11 del Decreto Legislativo n.75/2017 (Decreto Madia).
Le professionalità stabilizzate
I nuovi contratti a tempo pieno e indeterminato, che decorreranno dal 1° ottobre 2018, interessano 126 unità di personale tecnico-professionale del Comparto Sanità. In particolare: 86 operatori socio sanitari, 11 infermieri pediatrici, 10 tecnici di radiologia medica, 4 tecnici della riabilitazione psichiatrica, 4 tecnici di laboratorio, 6 tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, 2 dietiste, 2 ostetriche, 1 tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare.
Sono 10, invece, i dirigenti sanitari e tecnici stabilizzati: 6 dirigenti medici, 2 biologi, 1 fisico e 1 farmacista.
Con la conclusione di questa prima fase del percorso di stabilizzazione, ASL Lecce segna una tappa importante per il concreto superamento del precariato e la valorizzazione dell’esperienza umana e del bagaglio professionale di una consistente fascia di personale che era e resta un patrimonio a disposizione dell’azienda e dei cittadini, per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi sanitari.
Al momento resta da chiudere soltanto il capitolo riguardante il personale infermieristico da stabilizzare, al momento non compreso nella procedura in corso, poiché la ASL Lecce è in attesa della ormai prossima conclusione del contenzioso incardinato innanzi al Consiglio di Stato.