Avvocatura leccese sul piede di guerra, il 13 ottobre sciopero delle toghe e occupazione del palazzo di giustizia

Prosegue la protesta degli avvocati leccesi a causa dei disagi legati all’accorpamento delle sedi di Giustizia sul territorio e a personale che ormai non sa più che pesci prendere per gestire il sovraffollamento. Il 13 ottobre la prossima astensione.

Una giustizia a singhiozzo, una paralisi dei procedimenti, segreterie in tilt anche a causa dell’accorpamento dei tribunali della provincia e il trasferimento delle cause nel capoluogo. Per non parlare, poi, di locali che ormai non sono più idonei per una tale mole di lavoro. È quanto si assiste a Lecce ed è quanto gli avvocati che operano sul territorio stanno combattendo da tempo ormai tra astensioni, scioperi a scacchiera e proteste.
 
L’Assemblea degli avvocati tenutasi nell’aula magna della Corte d’Appello di viale De Pietro oggi, 16 settembre, ha confermato lo stato d'agitazione ed ha stabilito i nuovi strumenti di protesta.
Si porrà in essere, pertanto, l'astensione da tutte le udienze il giorno 13 ottobre prossimo, con una manifestazione di disagio in più: l’occupazione simbolica del Palazzo di Giustizia.
 
Tra le altre cose è stato dato mandato al presidente dell'Ordine avv. Raffaele Fatano di individuare gli strumenti più idonei per risolvere le problematiche segnalate dagli iscritti, soprattutto alla luce dei recenti provvedimenti adottati dai dirigenti degli uffici giudiziari, come la chiusura della sezione gip/gup dopo le 12.30; la tardiva approvazione dei protocolli riguardanti il gratuito patrocinio e la difesa d'ufficio; mancanza di personale, aule, spazi e carenze igienico-sanitarie – si ricorda la  vicenda delle pulci.
 
Insomma, gli avvocati leccesi non ci stanno e sono pronti a dare il tutto per tutto al fine di ottenere un miglioramento delle condizioni in cui sono costretti ad operare, con un disagio personale e professionale. Lo sciopero prosegue senza sosta, dopo la pausa estiva. Le ultime astensioni, infatti, risalgono a giugno scorso, dopo l’assemblea del 25 maggio.



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