Un problema al cuore che non lasciava speranze, Pino Romano ‘sono stato salvato da ottimi medici’

Il Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia, Giuseppe Romano, oggi ha raccontato presso il polo oncologico la sua personale esperienza. La Buona Sanità esiste.

Ci troviamo quasi ogni giorno a parlare di Sanità, tra ridimensionamenti e denunce dei cittadini. Ma in tante altre occasioni, abbiamo voluto raccontare l’altra faccia della medaglia, fatta di medici e personale paramedico impegnati ogni giorno nella cura dei pazienti, di dati che raccontano la buona Sanità.

Questa mattina presso il polo oncologico di Lecce, Giuseppe Romano, Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia, ha voluto parlare della sua storia personale, da “paziente” di medici di alta specializzazione, svestendosi del suo ruolo istituzionale.

Il racconto

“Questa esperienza – ha detto Giuseppe Romano – mi ha fatto conoscere direttamente sulla pelle le eccellenze importanti della nostra sanità, a cominciare dal primario infettivologo del ‘Perrino’ di Brindisi Piergiorgio Chiriacò e dal primario cardiologo Gianfranco Ignone con il suo ecocardiografista Ermanno Angelini. Mi hanno scoperto una ‘voragine’ sul cuore ed hanno chiesto immediatamente una consulenza del primario cardiochirurgo del ‘Fazzi’ di Lecce, dott. Giovanni Casali”.

Impietosa era la diagnosi: una endocardite che non lasciava molte speranze. “In quei momenti, come si può facilmente immaginare, mi sono state suggerite tantissime alternative, sia in Italia che all’estero – racconta Romano – Io, invece, ho fatto una scelta importante e ho deciso per la Puglia. Devo dire grazie al direttore generale dell’Asl di Lecce Ottavio Narracci il quale mi ha convinto a fidarmi e ad affidarmi delle capacità indiscusse del dott. Casali. Nel ‘Fazzi’ ho incontrato eccellenze ed alte professionalità: nel reparto di emodinamica il primario f.f. dott. Giuseppe Colonna e poi l’intera équipe della cardiochirurgia del dott. Casali che ha compiuto una impresa grazie a grandi capacità e ad un modello organizzativo eccellente”.

“Dopo quello che mi è accaduto – ha sottolineato ancora Romano – ho rivisto il mio pensiero sul ruolo delle grandi strutture. Per anni, anche nell’ambito del ruolo che rivestivo e rivesto, ho fatto battaglie importanti per difendere la dimensione medio-piccola della prestazione ospedaliera, perché ritenevo che solo lì poteva esserci umanità ed una risposta diretta ai bisogni del malato. Ero convinto, invece, che nelle strutture di grandi dimensioni contassero solo i numeri, le statistiche. Insomma, avevo dei pregiudizi che adesso ho completamente rimosso. Una persona si salva, in presenza di patologie gravi, quando c’è casistica operatoria, esperienza, professionalità. E poi c’è attenzione verso il paziente che risulta addirittura encomiabile. Tutto questo nonostante la mannaia del blocco del turn-over”.

Il Vito Fazzi verso un ruolo da Policlinico

“Ma la situazione del ‘Fazzi’ – ha aggiunto il presidente della Commissione Sanità – potrà migliorare ulteriormente. Ad agosto sarà completato il nuovo DEA e avrà inizio il trasferimento di reparti. E poi ci saranno le nomine dei nuovi primari attraverso cui si potrà superare la precarietà. Anche grazie a questo, potrà ambire a diventare ancora di più un punto di riferimento, magari anche attraverso la individuazione del ‘Fazzi’ come terza azienda ospedaliera pugliese. Il tutto, a beneficio dell’intero Salento”.

Al fianco di Romano, il Direttore Generale Asl Lecce, Ottavio Narracci, “Il completamento del Dea, tra qualche settimana metterà questo ospedale nelle condizioni di essere un policlinico costituito da un’area ospedaliera formata dal padiglione centrale del “Fazzi”, dal Polo Oncologico e dallo stesso DEA. Tant’è che è allo studio un progetto di completamento per “cucire” insieme queste tre anime dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e farne un unico tessuto sanitario in cui si possa fare assistenza ad alto livello, ma anche ricerca e formazione”. “Vogliamo – ha continuato Narracci – che il Centro Cuore diventi un punto di riferimento per l’intera macro-area del Salento, poiché al suo interno agiranno cardiochirurgia, cardiologia, cardiologia interventistica, Utic e chirurgia vascolare di prossima attivazione, in una logica di organizzazione integrata e dipartimentale”.

“La vicenda del presidente Romano – ha concluso Narracci – che ringraziamo per la testimonianza, è un’esperienza comune a quella di tanti altri cittadini che si rivolgono al servizio pubblico della ASL di Lecce”.



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