Cede l’asfalto e la strada chiude al traffico? I commercianti vanno risarciti

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Comune è chiamato a rispondere dei danni subiti dal commerciante che si vede la strada d’accesso chiusa a causa di una voragine. Il caso di viale De Pietro a Lecce torna alla memoria.

La Legge, il Codice Civile, del resto parlano chiaro: “l'amministrazione è responsabile oggettivamente dei danni in qualità di custode se non usa la normale diligenza”. E così sulla base di tale assunto, la Corte di Cassazione, chiamata ad esprimersi su un caso specifico, ha preso una posizione che potrebbe determinare guai per i Comuni e per le casse comunali.
Il Comune, infatti, in base a quanto hanno affermato gli Ermellini potrebbe essere obbligato a risarcire il commerciante che, a causa di una voragine apertasi davanti alla propria attività, per tutto il periodo di manutenzione del manto stradale, si è visto chiudere al traffico la strada antistante.

La sentenza di riferimento è la 14635 del 14 luglio 2015 nella quale i giudici hano fatto questa importante precisazione nel convalidare la sentenza dei giudici di merito che avevano accordato un risarcimento di 75mila euro in capo ad un esercente.

Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tale sentenza costituisce “un valido precedente per tutti quei negozianti che per il comportamento contrario a diligenza dei propri comuni si trovano costretti a veder limitata o addirittura azzerata la propria attività. Nel caso di specie, però l'ente locale non aveva gettato la spugna neanche dopo la condanna ed aveva comunque deciso di proporre ricorso per Cassazione alla decisione di merito che, al contrario secondo la terza sezione civile della Suprema Corte aveva centrato nel segno”. Nelle motivazioni si legge «chiara è la responsabilità oggettiva del Comune perché dalla relazione della consulenza tecnica emerge con evidenza che l'evento era prevedibile e prevenibile e che il Comune era da sempre al corrente della situazione del sottosuolo e dei rischi collegati e non ha mai posto in essere le cautele necessarie finalizzate a rafforzare il manto stradale».

I giudici di merito hanno richiesto un'indagine conoscitiva. In effetti la strada in questione è non solo una strada comunale ma posta in pieno centro abitato, questo è «indice della possibilità di vigilanza e controllo costante da parte del Comune».

E il pensiero come non può non andare a quanto accaduto su viale De Pietro a Lecce soltanto pochi giorni fa, dove l’asfalto ha ceduto lasciando una voragine profonda che ha comportato la chiusura al traffico di quel tratto di strada, tra l’altro molto trafficato e nel pieno centro della città.

Ritornando a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, il Comune è custode delle strade e del sottosuolo e tale custodia non è, nel caso specifico, stata esercitata in maniera diligente. Da qui, i danni per l'attività commerciale sono non “lamentati” ma “diretti” e determinati dalla difficoltà della clientela di raggiungere il negozio dopo l'evento.
 



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