Cumuli di rifiuti ai margini della strada, sulla Tangenziale Est di Galatina lo scempio è servito

Un vero e proprio attentato al decoro e alla bellezza del territorio i cumuli di immondizia depositati lungo l’importante arteria stradale della città di San Pietro e Paolo. Tutte le immagini inviate alla nostra redazione.

Evidentemente le campagne di sensibilizzazione e comunicazione che si sono realizzate sul territorio contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti lungo le strade del Salento non sono servite a nulla se lo spettacolo è quello triste che si presenta aglio occhi di chi percorre la Tangenziale Est di Galatina.

I cumuli di immondizia, ormai, sono diventati un tutt’uno con lo scenario della campagna salentina che si staglia alle loro spalle.

È un guard rail, o un semplice cordolo stradale, a fungere da spartiacque: da un lato la civiltà dei campi, dall’altro l’inciviltà dell’uomo.

Tante le responsabilità di un vero e proprio scempio ambientale che in più di un’occasione sulle pagine di Leccenews24 siamo stati chiamati dai cittadini stessi a denunciare, nella speranza, a volte vana, che chi doveva essere chiamato a porre rimedio intervenisse.

Chiaramente le colpe non possono che essere distribuite tra i pochi incivili che hanno sprezzo della cosa pubblica e non hanno paura a realizzare autentiche discariche a cielo aperto, ma anche di chi ha il dovere di vigilare, controllare, prevenire, sanzionare e rimuovere.

Eppure è impossibile immaginare che nessuno si sia accorto che su quell’arteria trafficatissima che collega paesi importanti della provincia ai margini delle strade ci siano scenari al cospetto dei quali ci siamo scandalizzati in regioni come Campania e Sicilia.
Invece proprio sotto casa nostra a pochi km. è possibile trovare tutto ciò che le foto inviateci da un nostro utente testimoniano con dovizia di particolari.

E non è solo il pensiero alle considerazioni dei turisti e dei vacanzieri a dover smuovere le coscienze; si tratta, invece, di una presa di consapevolezza da parte dei salentini stessi che non devono accettare che il loro territorio sia deturpato dall’incuria di pochi e che chi è chiamato a controllare faccia finta di nulla aspettando che l’assuefazione al brutto prenda il sopravvento.



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