Don Tonino e la Dorsale della Santità pugliese. Intervista al vescovo Vito Angiuli

A pochi giorni dall’arrivo del Santo Padre ad Alessano che intende onorare, nel 25esimo anniversario della morte, il Servo di Dio don Tonino Bello, Leccenews24 ha incontrato monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca.

Il prossimo 20 aprile Papa Francesco torna in Puglia, per ripercorrere i luoghi di don Tonino, così come un mese fa aveva fatto per San Pio. Sarà, dunque, sulle orme di don Tonino Bello, quasi ad indicare in lui un prossimo Santo, questa visita del Pontedice. Un viaggio che toccherà i due luoghi del cuore di don Tonino: Alessano, paese di nascita, e Molfetta, la sua diocesi. E come direbbe un grande studioso di don Tonino Bello, Francesco Lenoci, “per il combinarsi delle combinazioni”, incontriamo monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, nella cui diocesi ricade Alessano, legato a Molfetta per aver compiuto in questa cittadina, presso il Pontificio Seminario Regionale, i suoi studi filosofico-teologici prima di laurearsi a Bari.

La nostra intervista

La geografia estrema di questa terra ci dice una cosa importante: da una piccola diocesi può partire qualcosa di grande in grado di rendere possibile, a distanza di pochi anni, la visita nel Capo di Leuca di ben due Pontefici: Papa Benedetto XVI nel 2008 e oggi Papa Francesco.

Monsignor Angiuli, il viaggio del Santo Padre, il prossimo 20 aprile, è l’occasione per ritrovarsi intorno alla figura santa di un grande uomo; qual è il significato della giornata che vivremo, vista dal vescovo che guida questa comunità?
Mi sembra innanzitutto importante ritornare a ringraziare il Pontefice. Non soltanto come persona e come diocesi, ma anche come interprete di questo territorio, intendo far giungere al Papa il ringraziamento di questa terra per il gesto che lui sta compiendo con la visita in onore di don Tonino nella ricorrenza del suo XXV dies natalis; visita che è anche un riconoscimento all’intero territorio.
Questo pellegrinaggio è il concretizzarsi di ciò che Papa Francesco ama ripetere da sempre: la necessità di ripartire dalle periferie o comunque da quelle che sono considerate periferie. Mi piace, a tal proposito, ricordare un aneddoto legato al mio primo incontro con Francesco, quando ebbi a dire al Papa: «Santità Lei viene dalla fine del mondo e io vengo da finibusterrae». Una battuta che fece sorridere il Pontefice.
Una visita questa chemette in risalto uno stile del Papa appartenuto anche a don Tonino. Una grande somiglianza che trae sostanza dalle parole di entrambi “ripartire dagli ultimi, ripartire dalle periferie,avere uno sguardo che va dall’esterno verso il centro”.
Tutto ciò dovrà essere uno stimolo per noi a interiorizzare il messaggio che viene da questi due Pastori. Il monito è a non risolvere la visita del Papa in un evento limitato nel tempo. Necessario, quindi, cogliere quest’occasione come un dono, una grazia che deve mobilitare la diocesi di Ugento- S. Maria di Leuca e l’intero territorio salentino ad acquisire quei valori e quelle prospettive evangeliche richiamate dalle parole di Papa Francesco e di don Tonino.

La visita del Papa è senza dubbio motivo di grande soddisfazione ma anche di notevole impegno organizzativo. Sotto il profilo spirituale, come si organizza la visita di un Pontefice?
A parte tutte le questioni legate alla logistica e alla sicurezza che ovviamente risultano molto complesse, ho ribadito, in varie circostanze, che questa visita di Papa Francesco è soprattutto un incontro spirituale, culturale e pastorale. Per questo motivo ho inviato una lettera a tutta la diocesi, nella quale ho spiegato il significato spirituale di questa visita. Essa ha anche una colorazione di carattere culturale, perché, non dimentichiamolo, spiritualità e cultura camminano insieme. Alcuni valori, come ad esempio il tema dell’accoglienza, il tema della convivialità delle differenze sono tematiche importanti che hanno certamente un valore spirituale, ma hanno anche una prospettiva profondamente culturale.

Eccellenza, quanto è attuale nella Chiesa di oggi il messaggio di don Tonino Bello?
È sorprendente che dopo 25 anni dalla sua morte, il messaggio di don Tonino sia ancora vivo e attuale. Benché le condizioni storico-culturali e i contesti economico-sociali siano notevolmente cambiati rispetto agli anni ’90, la sua attualità la constatiamo leggendo i suoi scritti che non sembrano riferirsi al passato, ma appaiono legati al nostro quotidiano. A cosa si deve tutto questo? Sicuramente alla sua lungimiranza; alla sua capacità di interpretare la storia e i segni dei tempi con uno sguardo rivolto al futuro. Quello che don Tonino ha detto 25 anni fa risulta, di fatto, ancora di estrema attualità malgrado il grande cambiamento che la società ha vissuto. Pensiamo ad esempio alla centralità del Mediterraneo, un tema su cui don Tonino ha richiamato spesso l’attenzione, puntando su ciò che oggi si ripete da più parti, e cioè, fare del Mediterraneo un luogo di pace, di fraternità e di dialogo. Il tempo, quindi, non ha appassito il messaggio di don Tonino, ma ha messo in luce la grandezza della sua intuizione profetica.

In meno di un mese il Papa viene in Puglia due volte: il mese scorso si è recato a Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo per Padre Pio, la settimana prossima sarà ad Alessano e a Molfetta per don Tonino. Due figure differenti ma con la stessa grande forza comunicativa.
Bisogna effettivamente dire che è un momento felice, e oserei dire unico, per tutta la Puglia che riceve, a distanza di pochi giorni, la visita di un Pontefice che tocca tutto il territorio di questa regione, nord, sud e centro, andando dal Gargano, al Salento e alla terra di Bari.

La cattedrale di Ugento

Per quanto riguarda le figure di santità della Chiesa di Puglia, vorrei fare riferimento a una mia omelia che ho pronunciato a Otranto, parlando della “Dorsale della santità pugliese”. Se guardiamo con attenzione la Puglia, scopriremo dei luoghi-simbolo che rivestono una grande importanza sia dal punto di vista storico che dal punto di vista spirituale e culturale. Partendo da nord incontriamo il Santuario di San Michele Arcangelo, grande riferimento per tutto il Medioevo; ancora sul Gargano, il Santuario di Padre Pio; a Bari, si trova la Basilica con la tomba di San Nicola, importantissima testimonianza storico-politica; continuando a scendere lungo la Puglia, abbiamo i Martiri di Otranto, attestazione di santità e riferimento di valore storico-culturale di grande rilevanza; scendendo ancora più giù,incontriamo ad Alessano la tomba di don Tonino Bello e infine, in fondo alla Puglia troviamo il Santuario di Santa Maria di Leuca.
Questi, a mio parere, sono segni significativi e compongono quella che chiamo la “Dorsale della santità pugliese”: luoghi spirituali importantissimi per tutta la Chiesa che richiamano figure di grande livello; non santi venerati in un piccolo territorio, ma santi che hanno una grande rilevanza ecclesiale con importantissimi riferimenti di carattere spirituale, storico-culturale e politico.

Tornando alla domanda, San Pio e don Tonino sono chiaramente due figure totalmente differenti. Questo però conferma che la santità si manifesta in tanti modi e che vi sono molteplici vie di santità. È quanto ha detto Papa Francesco nella sua ultima esortazione apostolica Gaudete et exsultate. È possibile, infatti, incarnare l’ideale evangelico in maniera differente e tuttavia con la stessa forza comunicativa e la stessa affascinante testimonianza per tutto il popolo di Dio.



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