Estimi catastali, accolto un altro ricorso collettivo

Mentre arriva una condanna ad oltre 3mila euro di spese ed accessori per la Pubblica Amministrazione, anche la Cassazione in un’altra sentenza per un caso analogo conferma che il riclassamento deve essere motivato.

È arrivata proprio ieri, in data 20 febbraio 2015, la comunicazione dell'ennesima batosta per l'Agenzia delle Entrate da parte della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, che non solo ha accolto il ricorso collettivo presentato congiuntamente da oltre una trentina di contribuenti difesi per lo più dall'avvocato Francesco D'Agata con l'assistenza dell'avvocato Maurizio Villani, ma con un'unica sentenza, la numero 450/02/2015 pubblicata il 17/02/2015 dalla sezione seconda, ha condannato l'ente a pagare le spese  processuali per complessivi 3.180 euro di cui 3.030 solo per spese, oltre accessori di legge.

Si tratta di un record, quindi, nella arcinota vicenda del riclassamento degli estimi catastali a Lecce che non avrebbe occupato le cronache giudiziarie negli ultimi due anni, e che certamente le occuperà per altri ancora, se e solo se l'ex Agenzia del Territorio non avesse continuato a notificare ai cittadini leccesi migliaia e migliaia di avvisi di accertamento, ritenuti immotivati dall'ormai conclamata giurisprudenza dei giudici tributari salentini.

Come rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, infatti, trova un'ulteriore conferma in una sentenza pubblicata nel corso di questa settimana dalla Corte di Cassazione come ribadiscono gli avvocati tributaristi Maurizio Villani e Alessandria Rizzelli con la convinzione che ‘Il riclassamento deve essere motivato’.



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