Speriamo che al suo ritorno in India il magnate del ferro Pramod Agarwal che sposerà la settimana prossima la sua terza figlia in Puglia racconti quanto i pugliesi e gli italiani in generale siano gente ospitale e buona e convinca il suo governo a liberare al più presto i nostri due Marò che non meritano il trattamento che stanno ricevendo nello stato indiano.
Le due vicende, ovviamente, non sono comparabili. Da un lato c’è il matrimonio da favola, sfarzoso e appariscente, di una giovane ragazza, che sarà celebrato in una struttura sulla litoranea tra Savelletri e Torre Canne, il 3 e il 6 settembre prossimi. Tre giorni, come tradizione vuole. Dall’altro c’è la vicenda operativa di due militari italiani, trattenuti a New Delhi da oltre due anni.
Nessun collegamento tra le due storie, una felice, l’altra triste. Non può essere dimenticato, però, che tra Italia e India sia in ballo un contenzioso certamente non amichevole a cui nemmeno la diplomazia internazionale sta riuscendo a porre rimedio.
Storia e cronaca spesso si intrecciano e si confondono. Chissà che la cronaca rosa di questi giorni che tiene attenti tantissimi indiani alle vicende di una loro ricca ereditiera che convola a nozze proprio nella Puglia dalla quale provengono Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non influisca in maniera positiva sulla vicenda accelerando ciò che deve essere: un processo giusto per i nostri militari nella loro terra, un processo che accerti ciò che è accaduto il 15 febbraio del 2012 a largo delle coste del Kerala, un processo che li scagioni – come si spera- da una colpa che ancora, alla luce dei fatti, non è stata accertata come i tanti reportage del giornalista Toni Capuozzo hanno tentato di dimostrare.