“No al carcere, lo ospitiamo per i domiciliari”. La Caritas apre le porte al clochard reo confesso del rogo a Settelaquare

Stando a quanto raccolto dall’associazione di volontariato ‘Pronto Soccorso dei Poveri” la Caritas di Lecce guidata da Don Attilio Mesagne sarebbe pronta ad aprire le sue porte a Sandro Russo.

Stentano tutti a crederci, ma se la confessione dovesse essere confermata, la Caritas sarebbe pronta a ospitare per scontare gli arresti domiciliari il clochard accusatosi di aver dato fuoco ad alcuni box dell’area Settelaquare, andati in fumo lo scorso 8 marzo.

Stando a quanto raccolto dall’associazione di volontariato ‘Pronto Soccorso dei Poveri”, infatti, la Caritas di Lecce guidata da Don Attilio Mesagne sarebbe pronta ad aprire le sue porte a Sandro Russo, il senzatetto 45enne accusato di aver appiccato l’incendio alle strutture.

“Avevo freddo, così ho acceso un divano abbandonato, perdendo il controllo delle fiamme”. Questa la versione dell’uomo che ha confessato di aver agito solo per riscaldarsi: ma da un semplice rogo, si è giunti a qualcosa di più, come i quattro box andati del tutto distrutti.

Dalla Caritas non si spiegano i motivi dell’accaduto: nessuno, infatti si sarebbe aspettato che Sandro – clochard che nell’ambiente conoscevano tutti per essere già stato ospite nella struttura di Don Attilio Mesagne in cui si sarebbe distinto per pacatezze e gentilezza – potesse provocare tutto questo, ma sono tutti concordi nell’affermare che: “se ha sbagliato, è giusto che paghi”.

Si, ma non in cella. Ai domiciliari. Dove? Nella stessa struttura Caritas leccese. Stando ai volontari del Pronto Soccorso dei Poveri, don Attilio si sarebbe mostrato disponibile ad ospitarlo per scotare una sua eventuale pena.



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