L’alga tossica della discordia. Turisti sconcertati ‘Qualcuno ci doveva avvisare’

Una turista in vacanza nel Salento, precisamente a Torre San Giovanni, ha scritto all’Ufficio Ambiente del Comune di Ugento chiedendo lumi su un’ eventuale mancata informazione da parte delle Autorità locali verso i turisti ignari del problema relativo all’alga tossica.

In vacanza a Torre San Giovanni, ma fanno i conti con gli effetti collaterali dell’alga tossica. Accade a due turisti romani che hanno trascorso qualche giorno nel Salento, ma sono stati colti da malanni improvvisi e – a loro detta – difficilmente spiegabili in un primo momento, fino a quando da alcuni amici hanno saputo dell’allarme alga tossica nelle marine di Ugento.
 
E così, una turista romana, docente presso l’università Tor vergata di Roma ha preso carta e penna per manifestare a chi di dovere tutto il proprio disappunto non soltanto per una vacanza rovinata, ma anche per effetti poco felici sulla salute.  
 
Nella missiva indirizzata all’ Ufficio Ambiente del Comune di Ugento la signora Barbara scrive “Sono stata  con il mio compagno, in vacanza a Torre San Giovanni nella settimana che va dal 17 al 24 agosto. Dopo 3 o 4 giorni di permanenza il mio compagno comincia a tossire. Prima lievemente poi sempre più insistentemente. Il tutto ci appare strano, ma ancora più strano che alla fine della settimana anche a me venga  un forte raffreddore. Non siamo tipi soggetti a questo tipo di malanni ancora di meno d'estate”. Insomma, qualcosa non quadra. E prosegue “Ci spostiamo, come previsto, nella zona dei laghi Alimini e là veniamo a conoscenza, da amici del luogo, dell'esistenza di questo problema dell'alga tossica… a quel punto prendiamo informazioni e scopriamo che abbiamo fatto proprio quello che andava evitato come per esempio stare su una scogliera quando c'e` vento e il mare è mosso… E scopriamo che la Marina di Ugento è uno dei posti 'a rischio' ”.
 
I sospetti, quindi, nella coppia di turisti romani emergono inevitabili anche perché “Nel frattempo – prosegue la sig.ra Barbara – io continuo ad avere il raffreddore e al mio compagno oltre la tosse si aggiungono catarro e raffreddore”. Al ritorno a Ro,ma, come se non bastasse “io piu` o meno guarita il mio compagno costretto a prendere antibiotici e a rinunciare ad un importante convegno” si continua a leggere nella lettera".
 
Da qui, come conclusione della missiva, le domande che sorgono spontanee: “ma chi ci doveva avvisare? Forse non sarebbe stato opportuno mettere dei cartelli per le strade per avvisare dell'eventuale pericolo? Ma se qualche persona immunodepressa è venuta al mare per rimettersi?”. Si dice sconcertata la sig.ra Barbara e definisce l’ atteggiamento dell’Amministrazione ugentina “davvero sconcertante”.
 
Insomma, turisti arrabbiati che attendono risposte. E come la signora Barbara e il suo compagno, magari, tanti altri ce ne potrebbero essere di persone che, venute nel Salento ignare del focolaio d’allarme relativo all’alga tossica, avranno avuto qualche rimostranza da manifestare. Certo, le competenti autorità potrebbero dare le risposte adeguate per dimostrare l’effettivo nesso di causa – effetto. E' sicuramente inutile e controproducente produrre allarmismo, ma le risposte scientifiche diventano urgenti per evitare che circolino le cattivi informazioni sulla "ostreopsis ovata", l'alga tossica della discordia.



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