La farmacia comunale diventa privata? ‘Dal sindaco Mellone un progetto scriteriato’

Sull’idea di privatizzare la farmacia comunale di Nardò interviene la coordinatrice cittadina di Art.1-MDP Alessandra Boccardo: ‘non possiamo perdere un bene pubblico di primaria importanza – dice. Ennesimo segno di inadeguatezza amministrativa’.

La farmacia comunale di Nardò rischia di essere venduta a privati. L’SOS lo lancia Alessandra Boccardo, Coordinatrice cittadina di “Art.1 MDP” che attacca così l’idea del sindaco neretino Pippi Mellone. “L’amministrazione – spiega Alessandra Boccardo – per bocca dell’assessore Lupo, ha manifestato l’intenzione di vendere a privati la Farmacia Comunale. Si tratta di un progetto scriteriato che, oltre a far perdere alla comunità un bene pubblico di primaria importanza, comporterebbe la perdita di servizi straordinari offerti dalla farmacia comunale, come la consegna di farmaci al domicilio dei cittadini impossibilitati a spostarsi”.
  
La decisione di una possibile privatizzazione viene criticata anche alla luce della riqualificazione che la zona che la ospitava, l’area della 167, aveva visto negli anni. “Questa decisione invece – attacca la coordinatrice di MDP – potrà comportare nel tempo anche lo spostamento della farmacia in altra zona di Nardò e ciò priverebbe uno dei quartieri più estesi e popolati della città di un servizio di interesse pubblico fondamentale. Oggi, di fronte al rischio della svendita della farmacia a privati, devono essere i neritini e le forze politiche e sociali più avvertite della città a costringere Mellone a conservare quel bene al patrimonio e al servizio pubblico: non ci sono somme che riescano a compensare l’utilità collettiva della farmacia comunale e non si può barattare la funzione sociale di quella farmacia con una ‘manciata’ di denaro utile, probabilmente, a continuare a spendere indisturbatamente il pubblico denaro”.
 
Per Alessandra Boccardo, insomma, si tratta di un esempio di “inadeguatezza amministrativa” da parte della squadra di governo della cittadina. “Sembra quasi di essere in presenza di una smania cupa di dissolvere tutto ciò che di buono era stato realizzato in precedenza, come per far cadere nel dimenticatoio l’opera di chi lo ha preceduto”, conclude.



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