Il relitto della nave inghiottita dal mare. La magica storia della ‘Dimitrios’

A Otranto nel 1978 la nave Dimitrios naufragò insieme al suo carico e si arenò lungo il litorale degli Alimini. Il relitto, rimasto a pochi metri dalla riva per tanti anni, adesso si è ormai completamente sbriciolato in acqua.

Paolo negli anni ’80 ci andava a pescare quasi ogni giorno. Il relitto della nave arenata sul litorale offriva riparo a grosse prede ed era diventato, in poco tempo, la tana di cernie, saraghi e polpi di una certa misura. A meno di 20 metri dalla riva, le signore facevano il bagno. Altre camminavano per chilometri sulla battigia in compagnia del mare e del vento solo per raggiungerla. Per tutti la “Dimitrios” è stata compagna di tante estati, tante vacanze sulla costa otrantina settentrionale.

Nel dicembre del 1978, questa nave lungo circa 60 metri e diretta nel porto di Pesaro, si trovò in difficoltà nelle secche degli Alimini e spinta dal vento di grecale verso la spiaggia, si incagliò nei bassi fondali dai quali non uscì mai più. Quel giorno si sentirono vibrare lungo la litoranea le sirene di polizia e carabinieri che insieme ai vigili del fuoco e alla guardia costiera tentavano di mettere in sicurezza la zona.

L’equipaggio, capito l’esito del viaggio sfortunato, abbandonò la nave e i “capitani coraggiosi” si gettarono in mare, toccando terra dopo qualche bracciata appena nel mare in burrasca. Tutti salvi, mentre il carico di frumento, orzo e farina del valore di 45.900 dollari, andava irrimediabilmente perduto. Si racconta che nei giorni successivi, ignoti “sciacalli” tentarono di raggiungere la nave per saccheggiarla, ma il mare aveva già fatto scempio del contenuto della Dimitrios che invece ha nutrito per settimane i cefali e le spigole della zona.

Il comparto turismo, con dimostrazione di rara intelligenza, ha approfittato del naufragio della nave greca, destinata a rimanere lì senza essere rimossa da nessuno. I proprietari dei villaggi turistici e degli stabilimenti balneari impararono a convivere con il relitto della nave che divenne, nel giro di qualche anno, una meta ed un’attrattiva turistica.

Nelle cartolerie di Otranto e di Lecce si vendevano alcune cartoline ritraenti la nave, intitolate “il relitto”. Nacquero percorsi-natura che conducevano “al relitto”.  Insomma una presenza amica, nonostante tutto, nonostante resti un mezzo mistero il motivo della sua mancata rimozione. Certo è che negli anni ’70 non vi erano gli strumenti tecnologici per fare quello che è stato fatto al Giglio con il transatlantico Concordia e anche per una piccola nave come la Dimitrios l’impresa sembrava titanica.

Oggi della nave resta quasi nulla. A qualcuno dispiace non vederla più, mentre per anni ha dormito sul letto morbido della sabbia idruntina.



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