“La vela bianca” e un mare di ricordi. Giuseppe Bispini presenta il suo ultimo libro

Nell’atrio del meraviglioso Palazzo Baronale, a Martano, il 28 agosto alle ore 20.30, il poeta-scrittore Giuseppe Bispini presenta il suo ultimo libro “La vela bianca”

Martedì 28 agosto alle ore 20.30, nell’atrio del Palazzo Baronale, a Martano, sarà presentato il libo “La vela bianca”, l’ultimo lavoro del poeta-scrittore Giuseppe Bispini.

Naviga in un mare di ricordi, Giuseppe Bispini, che trae dal suo vissuto e dalla storia autentica del Salento degli anni della guerra e del dopoguerra, la  traccia che unisce i suoi scritti e che, fiera come una barca che ha solcato mari tempestosi, approda nel porto sicuro della memoria.

Una memoria sensoriale che consente di legare al presente i trascorsi di un passato che ha lasciato un solco profondo nell’anima dello scrittore Bispini. I suoi racconti trascinano con delicata e composta fermezza in un vissuto reale e, senza accorgersene, ci si trova immersi in un’epoca lontana ma estremamente vera.

La vela bianca

Un titolo evocativo per l’ultimo libro di Giuseppe Bispini: “La vela bianca”.

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La copertina dell’ultimo libro di Giuseppe Bispini

Il racconto è ambientato a Torre Sant’Andrea. Che diventa semplicemente “Sant’Andrea” per i martanesi, che di quel tratto di costa hanno fatto il loro luogo del cuore.

Ogni centimetro di scogliera di Sant’Andrea potrebbe narrare di avvenimenti e di vicende appartenute a generazioni di cittadini di Martano che quel mare lo hanno da sempre vissuto come proprio.

Un luogo magico, con gli splendidi faraglioni che si ergono maestosi nelle acque cristalline. Questo è Sant’Andrea, meta un tempo di soli bagnanti locali, diventato negli anni tappa imperdibile per turisti e viaggiatori in cerca degli angoli meravigliosi del Salento.

Cartoline dal passato

Giuseppe Bispini, Nino per gli amici, Sant’Andrea lo ha respirato in tutta la sua bellezza da quando, bambino, vi arrivò con la famiglia, condotto su un calessino, per raggiungere il padre, appuntato della Guardia di Finanza.

In questo libro, vi sono tutti i ricordi del piccolo Nino. La fame e gli stenti della guerra ma anche le speranze, i sogni e i desideri di chi non si voleva arrendere ad un destino imposto dall’alto.

Si percepisce la durezza della vita dei protagonisti, emergono con forza i profumi della vita semplice dei pescatori e i colori di quel mare che Nino ama tanto.

“Dio fornisce il vento ma l’uomo deve alzare le vele”

scriveva Sant’Agostino

e forse, inconsapevolmente, i protagonisti del racconto si fanno carico di queste parole.

Le esistenze di umili pescatori si intrecciano a quelle di vacanziere benestanti e con l’inchiostro intinto nell’amore si iniziano a scrivere pagine di vite nuove.

L’intervista

Giuseppe, “La vela bianca” ha navigato per anni nella sua memoria ed è approdata oggi in questo libro; quanto c’è di lei in questo libro che è uno squarcio di vita salentina dell’immediato dopoguerra?

“La vela bianca” non è propriamente un libro autobiografico ma posso dire che il mio ruolo è quello dello spettatore di una vita vera e reale. Da piccolo vivevo con le mia famiglia a Sant’Andrea e passavo ore a contemplare il mare e i pescatori che vivevano in questo borgo marinaro. Li vedevo all’opera mentre riparavano le loro reti, li osservavo quando all’alba prendevano il largo e li attendevo in riva, trepidante insieme alle loro famiglie, per ammirare il pescato di quella giornata trascorsa ai confini delle acque territoriali italiane e al limite delle proprie forze.

Un racconto ambientato negli anni della guerra e dell’immediato dopoguerra, cosa ricorda Lei di quegli anni?

Il ricordo più forte che ho di quel periodo è legato alla fame. Il villaggio di Sant’Andrea era abitato da poche famiglie di pescatori e il cibo era sempre scarso. Si attendeva la “pesca miracolosa” che consentiva di barattare il pesce con del pane di grano. Ad occuparsene era lo iatecaro, una figura importante per l’intero borgo, che arrivava dai paesi dell’entroterra come Borgagne, Melendugno e dalla stessa Martano e che oltre al pane portava con sé la certezza di una pancia piena.

Ne parlo spesso con le mie figlie e con i miei nipoti. Spesso i miei racconti sembrano di fantasia. Ma è chiaro: oggi risulta difficile pensare che possa essere esistita una vita in cui anche un tozzo di pane poteva cambiare la giornata e far sorridere di felicità i bambini.

Il mare disegna la cornice di questa sua ultima pubblicazione; cosa rappresenta in effetti il mare di Sant’Andrea per lei?

Per me rappresenta molto, moltissimo. Ricordo quando vidi il mare di Sant’Andrea per la prima volta. Eravamo partiti durante la notte da Martano e arrivammo che era l’alba. Quando mi svegliai, ero ancora sul calesse. La cosa che mi colpì fu il fascio di luce che da lontano arrivava fino a me e mi avvolgeva di tepore e luce. E poi il mare, quel mare immenso che brillava di mille luci scintillanti e che da quel momento ha cambiato per sempre la mia vita. Anche per i miei racconti e per le mie poesie trovo ispirazione in quei luoghi e davanti a quel meraviglioso mare.

“La vela bianca” inizia e termina con una sua poesia; le emozioni di questo libro si condensano, così, in pochi versi. Quanto è importante per Lei la poesia?

Io amo scrivere in versi e sin da piccolissimo, durante gli anni di scuola elementare, presso le suore a Martano, traducevo in versi i pensieri legati ai momenti di quotidianità. Probabilmente furono le suore stesse ad accorgersi di questa mia passione tant’è che mi conducevano spesso nelle altre classi per farmi leggere le mie poesie agli altri bambini, sollecitando riflessioni e considerazioni anche da parte loro. Alcuni versi sono riportati nel primo volume di “Ninì e il mondo di ieri”.

“La vela bianca” di Giuseppe Bispini. Per saperne di più e per partecipare alla presentazione del libro, appuntamento martedì prossimo, 28 agosto alle 20.30 presso l’atrio del Palazzo Baronale di Martano.