Quella mediocrità politica che ferma la crescita del territorio. Intervista a Daniela Talà

Piani Integrati di sviluppo, assegni di ricollocazione e fusione di Comuni. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Daniela Talà, esperta di politiche attive del lavoro e di promozione territoriale.

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Pressappochismo istituzionale e clientele, nel Salento come in tutta Italia, sviliscono le opportunità di crescita e le potenzialità del territorio ma, tra un abuso di potere ed un favore al figlio dell’amico, resistono uomini e donne competenti che vogliono contribuire ad un ripensamento della gestione della cosa pubblica. Continua dunque il lavoro di ricerca di Leccenews24.it, al servizio dei nostri lettori, per l’individuazione di esperti di sviluppo locale con i quali fare il punto della situazione, abbiamo incontrato Daniela Talà ed abbiamo parlato di alternative, di economia, di internazionalizzazione e di molto altro.

Daniela è titolare dell’agenzia di sviluppo territoriale Artinsalento ed è responsabile delle relazioni istituzionali per l’ITST IOTA -Istituto Tecnico Superiore per il Turismo e per Artis Puglia Sviluppo, Società Consortile sotto l’ala del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico).

Ha maturato una lunga esperienza in Enti Pubblici e Privati, collaborando con il Ministero del Lavoro, con il Ministero dello Sviluppo Economico e con la Provincia di Lecce, è Presidente del Comitato Impresa e Donna CNA di Lecce.

La crescita del territorio sembra essersi fermata, i giovani continuano ad andare via e l’economia stagna. Cosa stiamo sbagliando?
Proprio recentemente ho rilevato come la politica locale “si droghi” di bandi senza però occuparsi di piani integrati a sostegno dello sviluppo economico territoriale che contribuiscano a creare nuovi posti di lavoro. Senza una governance attenta che si focalizzi sulle criticità e che metta a sistema risorse ed investimenti viene da pensare che questa politica dei bandi serva solo a gettare fumo negli occhi ai cittadini. Si realizzano opere pubbliche che, sebbene finanziate del tutto o in parte da Regione e da Comunità Europea, finiscono con il gravare in qualche modo sui bilanci comunali perché una volta realizzata l’opera pubblica, il Comune deve poi prendersi carico dei costi della manutenzione del nuovo bene. Parliamo di progetti che durano il tempo di esaurire il finanziamento e che non producono risultati misurabili in termini nuova occupazione e ricchezza perché non hanno alla base un piano di gestione e sostenibilità più ampio.

A quali rimedi possiamo pensare?
La politica, anche quella locale, deve ricominciare ad affrontare le emergenze sociali come la mancanza di lavoro, l’emigrazione dei talenti, la chiusura delle imprese e la povertà diffusa. Urge una rivoluzione strutturale dell’intero sistema di gestione della cosa pubblica e vanno promossi patti ed alleanze tra istituzioni, imprese e cittadini. Dobbiamo pensare all’economia ponendola in un contesto mondiale perché è proprio su scala mondiale che-nell’era della globalizzazione- si consuma la competizione e noi siamo già in ritardo. Servono progetti studiati su aree vaste e quindi ben vengano anche le fusioni di Comuni! Parole chiave della ripresa? Internazionalizzazione, attrazione di investimenti e valorizzazione del capitale umano attraverso piani integrati di sviluppo e lavoro.

Cosa intendi per piani integrati di sviluppo e lavoro?
Intendo un patto per il lavoro che, partendo da realtà come l’ ITS IOTA- dove coltiviamo un capitale umano dal valore inestimabile- arrivi a coinvolgere le imprese e le associazioni di categoria, i sindacati e l’Università del Salento per la creazione di una struttura organica che renda più agevole l’ingresso nel mercato del lavoro. Le politiche nazionali del lavoro stanno cambiando ed il nuovo sistema presenta delle zone d’ombra, un esempio è la misura dell’Assegno di Ricollocazione. L’istituto dovrebbe operare in favore di chi percepisca la Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASPI) da almeno quattro mesi e consiste nell’erogazione di un voucher, il cui valore va dai 250 ai 5000 euro a cranio, da investire nella ricerca attiva di lavoro. Non si tratta di una somma erogata al lavoratore ma di un compenso che sarà corrisposto ai pubblici Centri per l’impiego ed alle Agenzie per il lavoro private dopo il reinserimento lavorativo del disoccupato percettore di Naspi. Se non verranno approntati opportuni controlli ben si coglie come questo meccanismo si presti a speculazioni.
Il patto integrato che immagino deve essere proprio un sistema che salvaguardi il cittadino da questo rischioso mercimonio della sua dignità di lavoratore potenziale.

Ci parli dell’ITS IOTA?
L’Istituto Tecnico Superiore Regionale della Puglia per lo Sviluppo dell’Industria dell’Ospitalità e del Turismo Allargato, in sigla ITS IOTA Sviluppo Puglia, ha come finalità quella di promuovere la formazione professionale sostenendo le politiche attive del lavoro. Ci occupiamo della preparazione di giovani risorse che poi, attraverso la società consortile interna Artis Pugia Sviluppo, inseriamo nel mondo del lavoro. Ad oggi circa l’80% dei ragazzi che abbiamo formato ha un impiego.

Pensi che i progetti di fusione tra Comuni siano davvero possibili in un Salento dove ogni Comune è dilaniato dalle smanie di potere di politicanti, spesso, mediocri?
Dipende da noi cittadini, dobbiamo ricominciare a denunciare questa mediocrità, le incompetenze, gli abusi di potere e le clientele. Dobbiamo, come dicevo, pretendere politici onesti e preparati che abbiano la capacità di mettere a sistema le nostre potenzialità e che siano in grado di dare vita ad una governance lungimirante ed efficiente.

Dove possiamo tenerci aggiornati sui tuoi progetti?
Prossimamente verrà resa pubblica la Pagina Facebook “SannicolaLAB”. Sarà solo il primo passo verso la creazione di uno spazio dove condividere idee e proposte, un laboratorio di progettazione politica e civica che vedrà protagonisti i giovani.

di Armenia Cotardo



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