Omero e Platone in scena a scuola. Una notte da “Liceo Classico” al “Don Tonino Bello di Copertino

Anche l’istituto “Don Tonino Bello” di Copertino aderisce alla Notte Nazionale del Liceo Classico. Una serata per mettere in scena la realtà formativa attraverso una rivisitazione di Platone e Omero, più un momento musicale.

Il Liceo Classico non sarà mai “fuori moda”. Anzi, è proprio grazie alla sua offerta formativa che gli studenti, una volta completato il percorso di studi, acquisiscono le competenze necessarie per comprendere meglio la società odierna. L’occasione per ribadirlo è avvenuta ieri in occasione dell’iniziativa nazionale – giunta ormai alla quarta edizione – dal titolo “Notte Nazionale del Liceo Classico”.

Anche l’Istituto “Don Tonino Bello” di Copertino vi ha aderito e, nella circostanza, gli allievi sono riusciti a rappresentare al meglio le tematiche caratteristiche della loro formazione classica. Ne “La Notte del Liceo Classico…e oltre“, un tuffo in un passato più vivo che mai, dunque, spazio alla creatività, alla fantasia, all’ingegno dei ragazzi. Dentro l’auditorium, spazio ad esibzioni in svariate forme artistiche ispirate alla cultura greca e latina, come rivisitazioni di antiche tragedie e commedie, letture animate, performance coreutiche e musicali.

Le interviste

Per la circostanza, le telecamere di Leccenews24.it hanno seguito l’evento, cogliendo l’occasione anche per farsi rilasciare alcune interviste.

Per il dirigente scolastico, Antonio Maglio: “Una giornata proposta a livello nazionale si pone come obiettivo quello di dare visibilità e rilanciare il liceo classico, facendolo apprezzare ai nostri ragazzi ma soprattutto ai genitori e a chi è interessato a conoscere le peculiarità d questa offerta formativa. Non un “fiume ormai esaurito”, ma un contributo alla crescita dei nostri giovani che cre le condizioni affinché quest’ultimi possano fornire un contributo alla società e a se stessi”.

“Ogni istituto prepara le attività che ritiene”, prosegue Maglio. “Noi abbiamo scelto di coinvolgere anche ragazzi di altri indirizzi, i quali, successvamente, hanno scelto di rappresentare delle tematiche che si rifanno alla tragedia greco-latina, più un momento musicale. Accolta entusiasticamente questa iniziativa, essendo per il nostro liceo un esordio. I ragazzi si sono sbizzarriti ispirandosi ai loro interessi, ma anche a quanto appreso nei vari anni di corso. Il tutto in una serata”.

“I Licei classici hanno una valenza perché poi, a livello universitario, incontrano molte meno difficoltà”, specifica il dirigente scolastico. “Bisogna avere un metodo di studio per organizzare le conoscenza. L’aspetto formativo del Liceo Classico è indiscutibile. Se un ragazzo, a 14 anni, deve scegliere un indirizzo, scartare il Liceo Classico a priori non è una scelta giusta. Fermo restando che si possono sempre aprire orizzonti più vasti ai ragazzi che si trovano al liceo, ma sono corollari. Il fulcro del Liceo Classico resta sempre uguale. Il tutto sta nella capacità di interpretare il ruolo di questa scuola nelle società attuale”.

Interpretare la realtà attuale

Anche la prof.ssa Marialuce Mammana spiega l’iter propedeutico alla realizzazione della manifestazione: “Sono stati attualizzati dei temi studiati negli anni. Parlare di “lingue morte”, quando tutte le discipline scientifiche hanno alla base latino e greco, sembra assurdo. Ma riprendere Platone, Omero, e metterli in scena, significa ridare vita ad un indirizzo che non è mai morto”. “Il valore aggiunto dei diplomati al Liceo classico – continua – è quello di riuscire bene in ogni disciplina. Non tutti continuano con lettere classiche. Una formazione di base a trecentosessanta gradi che apre a tante strade possibile. Come scuola stiamo crescendo sempre di più”.

Grazie al Liceo Classico si impara ad interpretare la realtà attuale. Ad esempio, un argomento trattato stasera è la superiorità della parola rispetto alla scrittura. Il tema rivisitato, oggi, si riferisce a nativi digitali e “pentiti digitali”, e quindi quanto può essere complicato spostare tutta la nostra memoria dentro un tablet. Questo significa, veramente, prendere quello che hanno studiato e farlo fruttare come fosse loro”.



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