Rifiuti da Roma, il gruppo “Ugento nel cuore” pensa al referendum consultivo

Dopo l’individuazione di quattro siti in Puglia per rispondere all’emergenza dei rifiuti di Roma Capitale il gruppo cittadino “Ugento nel cuore” pensa al referendum consultivo per decidere sulla questione.

Erano stati individuati quattro impianti in Puglia per rispondere alla richiesta della Capitale in merito all’emergenza rifiuti, uno a Foggia e tre in provincia di Lecce, più precisamente a Cavallino, Poggiardo ed Ugento e il dato era emerso nel corso della riunione della commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia, grazie all’intervento del commissario Ager Gianfranco Grandaliano, sulla richiesta avanzata dalla municipalizzata dei rifiuti capitolina per l’attivazione di un accordo temporaneo tra le Regioni Puglia e Lazio che consentisse il trattamento delle eccedenze di produzione dei rifiuti.

In particolare nella città messapica, come da 17 anni a questa parte, il sindaco Massimo Lecci e il Consiglio comunale si sono espressi contrariamente all’immissione dei rifiuti in discarica o in qualsiasi impianto per il trattamento dei RSU non provenienti da Ugento, o comunque fuori dal contesto dell’ex Ato Le/3, oggi Aro Le/10.

Sulla questione, nelle scorse ore, si è espresso anche il gruppo cittadino “Ugento nel cuore” – attraverso il suo coordinamento composto da Enrico Antonazzo, Stefania Basile e Angelo Minenna – lanciando il coinvolgimento diretto dei cittadini tramite un referendum.

Concordi con la decisione presa in Consiglio comunale, il gruppo cittadino pensa che a sbilanciarsi sulla decisione di ricevere nell’impianto di biostabilozzazione di Ugento i rifiuti provenienti da Roma siano direttamente i cittadini di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni.

“Seppur questa decisione presa dalla Regione Puglia sia avvalorata da una disamina tecnica dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e dal Commissario preposto – sostiene il gruppo “Ugento nel cuore” – noi riteniamo che l’impianto di Ugento sia stato progettato, unitamente alla sua discarica di servizio/soccorso, in via prioritaria per 24 comuni del Sud Salento. Inoltre, tra sopraelevazioni di rifiuti nella discarica (in)controllata di Burgesi e immissione di rifiuti dell’ex Ato Le/2 nel nuovo impianto, riteniamo che Ugento ed il suo territorio abbiano già dato negli ultimi 30 anni in termini di “solidarietà ambientale” e che, forse, abbiano ricevuto poco in termini di ristoro ambientale e di completamento del ciclo degli impianti per il trattamento dei rifiuti: la bonifica della discarica Burgesi è in alto mare e l’impianto di compostaggio non è mai stato completato e giace preda di ladri e vandali, monumento all’inefficenza di certa parte politica e pietra miliare dello sperpero di denaro pubblico”.

Così da questa considerazione è nata la necessità per il gruppo, che ha già dato mandato ai propri legali di valutare ogni iniziativa valida per la promulgazione di tale referendum popolare, così come disposto dallo Statuto e dai regolamenti comunali preposti allo scopo, di lanciare la consultazione diretta affinché rafforzi l’azione del sindaco e dell’intero Consiglio comunale contro la decisione.



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