Carceri, niente udienze nei palazzi di giustizia: i penalisti incrociano le braccia per due giorni

I penalisti leccesi, come in tutta Italia, si asterranno dalle udienze il 2 e 3 maggio per chiedere, ancora una volta, che il Parlamento dia corso agli ultimi passaggi necessari all’approvazione definitiva della legge.

Come in tutta Italia, anche i penalisti salentini hanno deciso di incrociare le braccia per due giorni: niente udienze nel Palazzo di giustizia che si affaccia su viale De Pietro il 2 e il 3 maggio per chiedere che il Parlamento dia corso agli ultimi passaggi necessari all’approvazione definitiva della legge. Ancora una volta, quindi, si desidera richiamare l’attenzione sulla riforma dell’ordinamento penitenziario e sulla centralità delle finalità rieducative e di reinserimento sociale del condannato (art. 27, comma 3, Cost.).

«Gli avvocati – si legge in una nota a firma di Silvio Verri, Presidente CPLecce – non possono lasciare che l’inerzia, o peggio l’ostruzionismo di alcuni partiti affossino una riforma giusta ed importante, che l’Europa ci chiede dal 2013, anno in cui Corte dei Diritti dell’Uomo ha sanzionato l’Italia per le condizioni disumane delle proprie carceri- Da allora, gli Stati Generali (2015-2016), la Legge delega (23 giugno 2017) e le Commissioni Ministeriali (2017-2018), sono state le tappe di un lungo e faticoso cammino che avrebbe dovuto uniformare il nostro Ordinamento Penitenziario ai principi costituzionali del 1948».

Il sovraffollamento – problema mai risolto – si riflette inevitabilmente anche sulle condizioni di salute (e non solo) del detenuto per questo gli istituti di pena continuano a destare nuove e pericolose “preoccupazione” in chi, da sempre, si batte per denunciare il reale stato delle cose.

«Giuristi, avvocati, magistrati, funzionari dell’amministrazione penitenziaria, guidati solo dalla loro passione e dal doveroso rispetto dei diritti civili, hanno contribuito a dare forma e sostanza alla Delega conferita al Governo: appare quindi gravissimo che la volontà del Parlamento e le raccomandazioni della Cedu trovino, a pochi passi dalla meta, un improvviso ed irragionevole arresto a causa del mancato inserimento dello schema di decreto nei lavori della Commissione Speciale della Camera dei Deputati, in quanto ritenuta materia non urgente. Lascia veramente increduli – continua Verri – apprendere che, invece, la Commissione si occuperà di altri temi quali ad esempio la distribuzione assicurativa, di aeromobili e armamenti, di pacchetti e servizi turistici…»

La Camera Penale di Lecce sottolinea ancora una volta che la riforma non contiene nessun afflato buonista, nessuna “liberatoria” per pericolosi delinquenti, nessun insensato e indulgenziale “svuota-carceri”. «Semmai –precisa il Presidente CPLecce – preserva la comunità da gravi forme di recidiva criminale attraverso la proposta di un impegnativo cammino di rientro rivolta a chi voglia e sappia intraprenderlo». Senza perdere di vista la sicurezza del cittadino, si cerca solo una strada per tenere fede all’articolo 27 della Costituzione e fare in modo che il detenuto – attraverso la ‘rieducazione’ –possa  restituire qualcosa di quello che ha tolto alla società.

«Gli avvocati penalisti leccesi, dunque, ancora una volta a costo di gravi sacrifici personali, con la propria astensione dalle udienze rivolgono un appello ai deputati pugliesi affinché venga immediatamente inserito all’ordine del giorno della Commissione Speciale la riforma dell’Ordinamento Penitenziario, consentendo finalmente che almeno parte della Delega diventi Legge dello Stato».



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