Le scritte NO-Tap non ci sono più, gli operai incaricati dal Comune ripuliscono i muri imbrattati

Come promesso, gli operai della ditta incaricata dal Comune hanno provveduto, questa mattina, a rimuovere tutte le scritte No-Tap dai muri degli edifici del centro storico. Erano apparse dopo il corteo autorizzato che ha sfilato per le strade della città.

Sono scesi in strada alle prime luci del mattino gli operai della ditta incaricata dal Comune di rimuovere le scritte lasciate dagli attivisti No-Tap durante il corteo che ha sfilato per le principali strade del capoluogo barocco. «Dove passa Attila non cresce più l’erba», recita un famoso detto attribuito al celebre re degli Unni. Così è stato per Lecce dopo il passaggio dei manifestanti: non c’è stato un angolo del centro storico che non sia stato travolto dalla protesta contro la costruzione del gasdotto, un dissenso che ha lasciato dietro di sé devastazione.

I muri del bellissimo Teatro Apollo, quelli del Palazzo delle Poste, angoli dell’ex Banco di Napoli e della scuola Cesare Battisti sono stati ricoperti da frasi in alcuni casi persino “inquietanti”. Adecco? Boom si legge in un punto come se qualcuno avesse voluto rivendicare l’attentato messo a segno all’agenzia interinale. Un comportamento che, forse per la prima volta, ha accomunato tutti nello sdegno.

La condanna del gesto è stata unanime: dai cittadini che di fronte agli edifici storici imbrattati si sono sentiti feriti, ai politici che hanno preso le distanze, passando per i sindaci No-Tap che, con le loro parole, hanno confermato un pensiero come a tutti: la guerra contro la costruzione dell’opera considerata dannosa deve essere combattuta con rispetto senza deturpare il territorio che si difende con passione.

Lo ha dimostrato, sicuramente, il coraggioso operaio che, questa mattina, ha indossato una felpa No-Tap mentre ripuliva le firme lasciate da qualcuno che, evidentemente, non ha a cuore la battaglia. Una dimostrazione di come si può manifestare un pensiero senza far male o rovinare un patrimonio di tutti.

Tra l’altro lo “scherzetto” poteva pesare sulle tasche dei leccesi dato che il primo cittadino, Carlo Salvemini aveva laconicamente declinato l’invito della multinazionale svizzera che si era offerta di contribuire a ripulire lo scempio lasciato dai contestatori.

«Ci adopereremo immediatamente per ripristinare, a spese di tutti i leccesi, la pulizia dei muri imbrattati e al contempo per individuare i responsabili e chiedere loro il risarcimento dei danni» aveva scritto il Sindaco in un lungo post. Una convinzione ribadita anche dall’assessore Carlo Mignore che, questa mattina, ha controllato attentamente i lavori: « Ritengo sia compito dell’amministrazione riparare i danni provocati dai fuoriusciti della manifestazione “no tap”» aveva scritto.

Ad onor del vero, in tutto questo marasma non è passato inosservato il silenzio del movimento No-Tap impegnato a ‘festeggiare’ un anno di lotta. Nessuna comunicazione ufficiale è stata affidata ai seguitissimi canali social, eppure in passato sono stati i primi a scendere in campo per ‘riparare’ ai danni come quando ricostruirono un muretto a secco nelle campagne di San Basilio distrutto.

Una cosa è certa, questo modo di condurre la battaglia non fa bene a nessuno.



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