Riscaldamenti spenti nelle scuole, gli studenti: “dove sono le istituzioni?”

Niente riscaldamento nelle scuole di Lecce e provincia. Nella aule degli istituti gli studenti restano al gelo e le associazioni insorgono. Nella notte i militanti di “Blocco Studentesco” hanno affiso alcuni striscioni di protesta.

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Con l’arrivo del primo vero freddo invernale i termosifoni nelle scuole saranno accesi? Era questa la domanda che qualche giorno fa ci eravamo posti e che avevamo rivolto a tutto il territorio. Beh, la risposta ci è arrivata nelle scorse ore e – come temuto – si è trattato di un increscioso “No”.

Ce lo hanno detto tanti studenti, tanti genitori, tanti affezionati lettori, e in qualche modo lo ha confermato anche il Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, il quale ha comunicato agli istituti l’assenza di fondi per garantire il servizio.

Termosifoni spenti da troppi anni

Aule fredde e studenti al gelo: è questa la situazione nelle nostre scuole. Un fenomeno non certo nuovo in Salento, alle prese con la questione-riscaldamento scolastico da svariati anni.

Gli studenti però non ci stanno: in molti stanno minacciando scioperi nelle prossime ore, ma qualcuno ha già lanciato l’accusa. Si tratta dell’associazione studentesca “Blocco Studentesco”, i quali militanti stamane hanno deciso di affiggere striscioni di protesta nei pressi di alcune scuole leccesi.

La protesta degli studenti: “pensate al nostro bene”

Termosifoni spenti, istituzioni assenti” è il testo che si legge. “Come ogni anno – si legge in una nota del Blocco – le scuole non sono preparate a fronteggiare il sopraggiungere del freddo invernale. Ecco perché abbiamo deciso di intervenire perché questa grave situazione non può protrarsi ulteriormente. I numerosi tagli ai fondi destinati agli istituti pubblici non fanno che aggravare una situazione di per sé critica e delicata”.

“Questo clima di puro menefreghismo nei confronti degli studenti non è più tollerabile. Chiediamo che i riscaldamenti vengano immediatamente accesi e invitiamo le istituzioni, locali e non, a pensare al bene degli studenti – conclude la nota- evitando di sperperare energia e fondi in progetti e tematiche inutili tanto alla formazione accademica quanto a quella umana”.



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