Sacrificare il Salento per salvare la Puglia. In tanti invocano ancora le eradicazioni

‘La xylella non aspetta i tempi della giustizia’. Agrinsieme e la prestigiosa rivista Nature si schierano a difesa della comunità scientifica finita sul banco degli imputati.

Contro il fiume in piena che aveva liberato il procuratore Cataldo Motta, togliendo la diga dell’«emergenza» che fino a pochi secondi prima dei suoi avvisi di garanzia era apparsa l’unica modalità di contrasto al batterio killer cominciano a schierarsi alcune voci. Molto rumore fa quello dell’autorevole rivista scientifica Nature che prende le difese della comunità scientifica accusata invece dai giudici salentini di aver fornito false informazione all’Unione Europea. Informazioni errate, appunto, che sono state alla base del cosiddetto Piano Silletti che comprendeva le tanto odiate eradicazioni.
 
Insieme all’importante giornale, sono scese in campo alcune associazioni di categoria raccordate sotto il nome di Agrinsieme Puglia (C.I.A. Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare – Legacoop, Confcooperative, Agci  e Copagri) che esprimono forti perplessità sui provvedimenti della magistratura temendo che i tempi della giustizia possano essere d’aiuto solo al batterio killer.

Le parole sono abbastanza dure: «Fino ad oggi ci hanno detto di comportarci in un determinato modo. Ora ci si obbliga a muoverci in maniera opposta. Incomprensibile visto il livello dei professionisti universalmente stimati che hanno lavorato per trovare una soluzione al problema con un preciso protocollo operativo. I provvedimenti delle autorità comunitarie e nazionali, nonché i pareri delle autorità sanitarie europee e della comunità scientifica -osserva Agrinsieme Puglia- impongono determinati interventi per eradicare o comunque delimitare la diffusione della malattia degli ulivi». Insomma, il timore è che bloccando tutto venga messa in serio pericolo il resto della olivicoltura pugliese.
 
Tale presa di posizione però non hanno mancato di suscitare polemiche in ambienti salentini poiché danno tutta l’impressione di essere opinioni espresse nel terrore che la xylella fastidiosa, se non viene contrastata con l’abbattimento degli ulivi possa propagarsi anche fuori dal Salento, minacciando il comparto olivicolo di altre province. Insomma, solo nelle eradicazioni del Piano Silletti è nascosta la tutela degli altri territori pugliesi che fanno affidamento sulla produzione di olio per il rilancio della loro economia. La vecchia storia del Baricentrismo contro il Salento? Sì, sembra proprio di sì se l’unico approccio di alcuni territori si racchiude nelle eradicazioni.
 
E che il problema tra vari territori della Puglia lo si capisce dalla nota che in tarda mattinata Copagri Lecce ha inviato agli organi di stampa quasi per raddrizzare il colpo rispetto al comunicato regionale in cui Copagri Puglia si schierava con la comunità scientifica finita sotto processo. Fabio Ingrosso non le manda a dire «Di tutto c’è bisogno in questa fase particolare della vicenda Xylella tranne che rompere il fronte comune che deve essere posto in essere per combattere il batterio e rilanciare l’economia e l’immagine del nostro territorio. Non ha alcun senso dividersi tra favorevoli e contrari ai provvedimenti che la magistratura salentina ha adottato cercando di colmare una vera e propria lacuna lasciata sul campo dalla politica che per lunghi anni non è stata in grado di trovare soluzioni degne di questo nome».
 
«Solo lo studio con le sue regole può dare risposte concrete in grado di evitare tragici errori ai quali non si potrà più porre rimedio. Un problema complesso va affrontato in maniera complessa poiché le semplificazioni aiutano solo chi preferisce scorciatoie che non hanno fondamenti – continua il presidente di Copagri Lecce – Il Salento è una cosa seria e sarebbe bene che ogni presa di posizione ufficiale fosse ponderata senza frettolosi passi in avanti che non aiutano a comprendere e a risolvere. Siamo tutti preoccupati, ma non si può dare l’impressione che in Puglia si possa sopportare una contrapposizione tra aree territoriali lasciando solo sul Salento il peso di una tematica che ha ricadute continentali». 



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