San Cesario di Lecce, attendono per due anni un alloggio poi arriva lo sfratto

Una famiglia è stata sfrattata e cancellata dal registro anagrafico dopo aver atteso per due anni un alloggio popolare. La denuncia di Codici Lecce ‘un anno fa il Sindaco si era impegnato a trovare loro una soluzione’. La replica del Primo Cittadino Andrea Romano.

Un nuovo caso di disagio per una famiglia della provincia di Lecce che finisce in mezzo ad una strada. Dell'espisodio si è occupata l’associazione Codici Lecce, impegnata nella tutela dei cittadini. E’ l’avv. Stefano Gallotta, segretario responsabile  dell’associazione a spiegare la cronistoria di quanto avvenuto.

Nel 2013 i signori Paolo Miggiano e Francesca Astro, a seguito dello sfratto per morosità dall'immobile occupato a San Cesario, sono costretti a dormire nella propria autovettura, pur trovandosi al sesto posto nella graduatoria degli alloggi di ERP del Comune di San Cesario di Lecce.

Il signor Paolo è affetto da gravi patologie tanto che lo scorso luglio il suo stato di salute si è ulteriormente aggravato da rendere necessario un intervento d'urgenza. Le condizioni di salute imporrebbero al signor Paolo l'osservanza di terapie mediche e farmacologiche ben precise e scandite nel tempo.  A completare tale drammatico quadro sociale, va detto che nel nucleo familiare vi è una minore che, dal momento dello sfratto, dimora presso i nonni materni. Perlopiù, Paolo e Francesca sono alla ricerca disperata di un lavoro.

Nel febbraio 2015 – a quanto racconta l’avv. Gallotta –  il Sindaco di San Cesario dinanzi alle telecamere di una nota emittente locale aveva assicurato che avrebbe entro pochi giorni trovato per “una soluzione abitativa definitiva, non una soluzione temporanea”. “Ma a un anno di distanza – specificano da Codici Lecce –  il Comune non solo non ha ottemperato a questo preciso impegno, ancor più imperativo e vincolante perché assunto nei confronti di una famiglia in grave difficoltà psico-fisica e sociale, ma pochi giorni or sono ha provveduto addirittura alla cancellazione della famiglia dal registro anagrafico della popolazione residente”.  “Questo Comune ha seguito con scrupolo la normativa in materia di residenza ed è stata avviata la procedura di cancellazione per irreperibilità dei signori sul territorio comunale”: questa la risposta fornita l’ 8 febbraio scorso  dal Sindaco di San Cesario di Lecce, alla richiesta di intervento urgente inviata dalla Prefettura di Lecce su denuncia del segretario di Codici Lecce, avv. Stefano Gallotta.

 “E' bene rammentare – dichiara l'avv. Gallotta– che gli effetti della perdita della residenza anagrafica sono devastanti. Nel caso dei signori Miggiano – Astro ciò comporta, tra l'altro, l'immediata cancellazione dalle graduatorie per l'assegnazione di un alloggio di Edilizia Residenziale, sulla quale la famiglia faceva affidamento per poter riprendere a condurre un'esistenza dignitosa; e il non poter godere appieno dell'assistenza sanitaria nazionale, con la perdita del medico curante e ogni relativa conseguenza circa la prescrizione degli indispensabili medicinali salvavita che il signor Miggiano deve assumere quotidianamente”.

Prosegue Gallotta che quella posta in essere dal Comune di San Cesario “è una iniziativa utile solo a sbarazzarsi di questa famiglia e degli impegni assunti. Mi sono recato personalmente dal Sindaco per chiarire la vicenda e mi sembrava che ci fosse una disponibilità a porre rimedio alla situazione con il ricorso al buon senso, anche a seguito dell'interessamento della Prefettura di Lecce ma, evidentemente, non è così. Come se non bastasse, nella lettera del 8 febbraio u.s. il Sindaco minaccia l'intervento dei servizi sociali per la minore, che vive tranquillamente a casa dei nonni, sebbene non veda l'ora di ricongiungersi con i genitori sotto uno stesso tetto”.

Codici Lecce ha quindi annunciato che intraprenderà ogni iniziativa, anche giudiziaria a tutela della famiglia in questione per difendere i diritti sacrosanti di ogni cittadino.

Nel pomeriggio la replica del Sindaco del Comune di San Cesario di Lecce, Andrea Romano: "Rimando al mittente qualsiasi allusione fatta dall’Avvocato Gallotta. La graduatoria di assegnazione delle case popolari comunali, in via di perfezionamento, ha collocato il succitato nucleo familiare nella posizione conseguente alla documentazione presentata. Ogni nucleo familiare che  precede ha il diritto a che quella graduatoria venga rispettata con rigore. Mi chiedo: Ma questo stato di emergenza propagandato, in presenza di obbligati agli alimenti, è compatibile con un intervento pubblico volto a sovvertire l’esito di una graduatoria? Ma una graduatoria di assegnazione di case popolari non gradua forse il disagio, il reddito, la numerosità, la disabilità e in effetti la difficoltà di un nucleo familiare? Sarebbe giusto, sull’onda emotiva e mediatica, penalizzare chi è in maniera documentata in maggiore difficoltà rispetto a chi oggi protesta?".



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