Un paradiso che scompare, la Spiaggia della Purità rischia di essere sommersa dal mare

L’incantevole spiaggia della Purità a Gallipoli rischia di sparire sommersa dal mare. La denuncia arriva da un gruppo Facebook che sta combattendo una battaglia mediatica per chiedere di ‘salvare’ questo angolo di paradiso prima che sia solo un ricordo.

È stato incoronato come uno degli angoli più belli di Gallipoli, non solo dai turisti che d’estate affollano la Città Bella per il colore del mare, la spiaggia finissima e lo “sguardo” attento dell’antica Chiesa dedicata a Santa Maria della Purità, da cui prende il nome, costruita per volere di un gruppo di scaricatori di porto nella seconda metà del seicento. L’incanto della Spiaggia della Purità sta proprio in questo: nel fatto che di essere incastonata nel cuore del centro storico in un abbraccio armonioso tra sacro e profano. Oltre al panorama mozzafiato offerto, l’insenatura è nota per le leggende che ha alimentato nei secoli.

A dispetto della sua fama, però, questo piccolo pezzo di paradiso rischia di scomparire. Secondo il gruppo Facebook “Giù le mani dalla spiaggia della Purità” la cause della “scomparsa” di gran parte dell’arenile deve essere ricercata in “discutibili opere pubbliche”. Per questo, stanno combattendo un’aspra battaglia mediatica per cercare di spingere, chi di dovere, a ripristinare l’antico splendore dello storico luogo all’ombra dei bastioni.

«Un buon tratto di arenile è stato già sommerso dal mare – denuncia Mariano Leo Piro, amministratore del gruppo – e le prospettive sembrano tutt’altro che rosee. Il problema nasce dall’opera di messa in sicurezza dei bastioni e delle mura del centro storico tramite la posa di massi frangiflutti. Ci chiediamo se l’intero progetto, attuato secondo le direttive del Genio Civile ed approvato dal Ministero delle Infrastrutture, sia stato però preventivamente valutato con approfonditi studi di fattibilità  e sia stato preso in  considerazione l’autorevole parere di qualche esperto in materia di tutela ambientale».

Insomma, si tratta, secondo Mariano Leo Piro, di una minaccia reale dimostrata dalle immagini scattate della spiaggia (oggi e di pochi mesi fa) che dimostrerebbero come la situazione sia drammatica. Tanti cittadini hanno sposato la battaglia per chiedere che sia ripristinato un angolo di paradiso, prima che sia solo un ricordo.

«Il nostro gruppo esiste da circa 7/8 anni ed è stato creato perché stufi di vedere la nostra meravigliosa cittadina violentata nel nome dell’interesse privato facendo soccombere quello pubblico – fa eco Roberto Negro, altro amministratore del gruppo che difende la spiaggia che ha chiesto chiarimenti al Primo Cittadino, Stefano Minerva sui lavori che a suo dire stanno stravolgendo l’ambiente naturale.

«Abbiamo coinvolto diverse associazioni cittadine e richiesto, attraverso i nostri membri, pareri di esperti in biologia marina e coinvolgendo anche l’Università, in modo da avere in mano qualcosa di scientificamente inoppugnabile – ha dichiarato Negro –  poi abbiamo iniziato una campagna mediatica su tutti i vari social networks ed informando le redazioni giornalistiche locali e nazionali. Una volta raccolto tutto il materiale scientifico ci piacerebbe organizzare una manifestazione in spiaggia coinvolgendo i cittadini, i media e le varie associazioni che appoggiano la nostra causa, ed una raccolta firme, sperando che possa portare a risolvere con tempestività la gravosa situazione attuale».



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