Storie di solidarietà. Gli sequestrano l’ape e non può lavorare, i leccesi lo aiutano

Straordinaria e commovente gara di solidarietà tramite i social network nei confronti del signor Massimiliano; e il presidente del Consiglio Comunale di Lecce gli paga per un anno l’assicurazione per la sua ape sequestrata.

Non sappiamo se a Roma ieri, oltre alle discussioni su argomenti rientranti nel bid book di Lecce2019, gli esaminatori abbiano ricevuto qualche notizia riguardo la bellissima gara di umanità giocatasi nel capoluogo salentino. Se sarà vittoria o meno contro Matera, questo non è dato ancora saperlo; una cosa però è certa: il titolo di ‘Capitale della Solidarietà” viene prima di ogni altro aspetto.

Protagonista della vicenda è un cittadino leccese, il signor Massimiliano, al quale un carabiniere aveva fatto sequestrare – perché privo di assicurazione – il suo motociclo; un'ape che gli consentiva di sfamare la sua famiglia mediante piccoli lavoretti di trasporto per i propri vicini o per gli abitanti del suo quartiere, la zona 167 di Lecce. Questa mattina, alle 11.00, decine di persone – dopo un “tam tam” sui social network iniziato ieri – si sono incontrate al Caffè degli Artisti di Lecce, Bar situato in via Trinchese, per incontrare Massimiliano e la sua famiglia, consegnandoli il ricavato di una colletta tra tanti salentini, circa trecento euro.

Grande commozione, sua e di tutte le persone presenti, tra cui don Attilio Mesagne, direttore della Caritas,che ha provveduto anche alla donazione di pacchi viveri. Inoltre, nel corso di una diretta televisiva, delle ore 13.00, il presidente del Consiglio Comunale – Alfredo Pagliaro – ha promesso a Massimiliano di pagargli per un anno l'assicurazione per la sua ape non appena dissequestrata. A ciò si stanno interessando anche altri cittadini.

Non sarà inclusa nel bid book questa storia qua, ma indubbiamente denota il possesso unitario di una cultura che va ben oltre monumenti barocchi e iniziative mondane. Scava nel profondo e scuote gli animi positivamente, riscaldando anche i più scettici; #nosiamocultura, non c’è dubbio. Ma #noisiamosolidarietà come hashtag ora ci sta tutto. 



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