Tap, firmano (quasi) tutti i Comuni l’appello. Ma l’azienda replica: ‘inesattezze, non c’è peggior sordo…’

La protesta del Comitato No Tap è proseguita anche ieri nonostante la sospensione dei lavori. Tutti i comuni della provincia (eccetto Otranto) hanno sottoscritto l’appello rivolto a Sergio Mattarella, ma TAP replica punto per punto. ‘Noi parte del territorio’.

È stato un lunedì di tregua quello di ieri all’interno del cantiere Tap di Melendugno. La pioggia battente che è caduta sul Salento nelle ultime ore ha costretto gli operai a sospendere per un altro giorno le operazioni di sradicamento degli ulivi dall’area in località San Basilio dove un giorno, forse, passerà il gasdotto. Ma se l’impresa multinazionale si è presa un giorno di tregua, così non è stato per i manifestanti del Comitato No Tap.
 
Nel cuore di Melendugno e delle sue marine, infatti, gli attivisti si sono ritrovati per un nuovo corteo di protesta, sulla scia di quelli allestiti domenica scorsa a San Foca (alla presenza del Deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista) e quello di Lecce, dove i sindaci del Salento si sono ritrovarti uniti sottoscrivendo l’appello rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo a gran voce lo stop ai lavori.
 
A proposito della lettera spedita al Quirinale, sono praticamente tutti i Comuni che, attraverso i loro primi cittadini, hanno firmato la petizione rivolta al Capo dello Stato. Dopo l’autografo apposto dal Sindaco di Lecce Paolo Perrone, infatti, nelle ultime ore sono arrivate anche le ultime sottoscrizioni. Mancano all’appello solo tre amministrazioni: sono quelle di Galatina e Parabita, che sono entrambe sotto commissariamento, e quella di Otranto. La Città dei Martiri, tuttavia, non firmerà per una questione di coerenza, avendo autorizzato in passato, quello della Igi-Poseidon di Edison.
 
Alla lettera dei sindaci della provincia di Lecce, però, ha deciso di replicare la stessa Trans Adriatic Pipeline che sarebbe “piena di inesattezze riferite per di più a temi affrontati e discussi di fronte alla pubblica opinione ormai da anni – scrivono dalla multinazionale. Ma, come è noto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
 
TAP, in prima battuta, decide di mettere in chiaro la questione ‘ferita del territorio’. “La rete nazionale dei gasdotti presente nel nostro paese si estende per 32.000 km. I gasdotti – dicono – sono tutti infrastrutture compatibili con i territori che attraversano e rispettose dell’ambiente. Una volta terminata la costruzione, l’opera sarà sempre invisibile, perché interrata ad una profondità di almeno 1,5 metri. Non avrà alcuna interferenza con le attività agricole e turistiche del territorio che la ospita. Allo stesso modo, tutti gli ulivi che dovranno essere rimossi temporaneamente per permettere la costruzione del gasdotto, verranno successivamente reimpiantati nel luogo d’origine. Lo stesso avverrà per tutti i muretti a secco e le “pajare” che saranno interferite durante la costruzione”.
 
E un punto importante, anzi cruciale, è la questione legata al turismo. “Esistono già in Italia numerosi gasdotti ospitati in spiagge lungo tutto l’Adriatico che vantano riconoscimenti quali la Bandiera Blu o il premio 5 Vele. Un chiaro esempio di compatibilità tra gasdotti e turismo è testimoniato dalla presenza di un gasdotto ad Ibiza, una delle destinazioni turistiche più note e frequentate al mondo. L’uso della tecnica del tunnel sotterraneo per l’attraversamento della fascia costiera permette la realizzazione dell’opera senza alcuna interferenza diretta sulla spiaggia, sugli ambienti protetti a mare e terra. Non ci saranno mai scavi sulla spiaggia, che resterà intatta perfino in fase di costruzione dell’opera”, tiene a precisare TAP.
 
Sono anche altri i punti presi in considerazione, ma su uno in particolare l’impresa tende a mettere in chiaro alcuni aspetti. Quello relativo alla protesta, all’opposizione di un interno territorio. “Tutte fasi del complesso procedimento VIA – si legge ancora nella nota – hanno costituito occasioni significative per esprimere proposte alternative e modifiche da parte della Regione e dei Comuni del territorio. Tuttavia, nessuna alternativa condivisa è stata espressa in queste sedi e la scelta di San Foca, come miglior approdo da punto di vista ambientale, è stato confermato dal Ministero dell’Ambiente nel Decreto di Compatibilità Ambientale.
 
TAP ha da sempre cercato un dialogo aperto e trasparente con tutte le istituzioni e la cittadinanza coinvolte dal progetto, questo è testimoniato dagli oltre 1000 incontri effettuati sul territorio con tutte le parti interessate, dal 2013 ad oggi. Tra questi purtroppo non è possibile annoverare incontri con l’Amministrazione Comunale di Melendugno, che TAP ha sempre cercato per un confronto serio, duraturo e costruttivo sul progetto. TAP desidera infatti esercitare un ruolo attivo nella crescita del territorio di cui si sente già parte e di cui farà parte per almeno 50 anni, per lo sviluppo dei sue grandi potenzialità negli ambiti del turismo, dell’ambiente, dell’agricoltura e del sociale”.
 
Intanto per oggi altra sospensione delle operazioni.



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