Terremoto fra Ascoli e Rieti. Il racconto dei leccesi ‘eravamo certi di morire’

Paura e sgomento dopo la scossa che ha devastato parte delle province di Rieti e Ascoli Piceno, dove alcuni nostri conterranei ci hanno raccontato la disavventura di questa notte. Ora è emergenza sangue e l’Italia è chiamata ad attivarsi.

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Svegliati da un boato spaventoso, hanno dormito fuori  di casa, buttati giù dal letto da quello che definiscono il terremoto più spaventoso di sempre. Stefania e Antonio ci raccontano la loro notte di terrore alla periferia di Ascoli Piceno, dove la splendida campagna marchigiana incontra la montagna, dove si incontrano quattro regioni.

“Ne abbiamo visti e sentiti tanti di terremoti da queste parti, ma quello di questa notte non lo dimenticheremo – dice Stefania, professionista di origini leccesi, sposata con un ascolano e  residente ad Ascoli da 25 anni – il terremoto ci ha sorpresi nel sonno come tutti, e come tutti siamo usciti all’aperto, terrorizzati. All’improvviso in casa i rubinetti si sono aperti da soli, gettando acqua a fiumi, probabilmente a causa della scossa si saranno rotte le tubature, tutt’intorno cadevano calcinacci, mentre la terra continuava a tremare. Poi abbiamo saputo, nel corso della prima mattinata ciò che il terremoto aveva fatto nei paesi qui attorno, a Pescara del Tronto, Arquata, Accumoli, e nella bellissima Amatrice in provincia di Rieti.”

Bellissima però non potrà dirlo più nessuno, il sisma si è portato via tutto, case e monumenti. Nella patria della pasta all’amatriciana non c’è più niente, il sindaco di Amatrice in lacrime ha dichiarato che non esiste più il suo paese. Della bellissima chiesa rimane in piedi solo il campanile. Il paese sembra disintegrato, come altri in zona.

Dall’alto scene di guerra, città rase al suolo come se fossero state bombardate. “Abbiamo tanti conoscenti e amici ad Amatrice – commenta Stefania – molti hanno perso la casa”.

La provincia di Ascoli Piceno è territorio di confine fra quattro regioni, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, qui come troppe altre volte è già accaduto il terremoto è un nemico che si nasconde in casa, pronto a saltar fuori all’improvviso.

Ed ora dall'Avis provinciale di Rieti parte il disperato appello per la raccolta sangue. "Urge sangue di tutti i gruppi sanguigni – si legge nel post di twitter – dalle 8 alle 11 presso l'ospedale De Lellis di Rieti. Portate documento d'identità e codice fiscale. Grazie a tutti". Ora si attende, nella tristezza dei primi bilanci e nella certezza che il cuore dei cittadini delle quattro regioni coinvolte sia grande come quello dei pugliesi, in occasione del disastro ferroviario di metà luglio in territorio barese.



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