Unisalento, un patto sociale per venire incontro alle studentesse-mamme. D’Antini, ‘Il mio appello accolto dall’Ateneo’

L?Università, su input della Consigliera di parità della Provincia ha scelto di riconoscere alle studentesse non lavoratrici con figli fino ai cinque di età o in gravidanza dall’ottavo mese o con diagnosi di gravidanza a rischio una serie agevolazioni.

“Oggi è stato siglato un vero e proprio patto sociale di genere tra la Consigliera provinciale di Parità e l’Università del Salento. È una grande conquista sociale e siamo pionieri in questa iniziativa”, con queste parole, La Consigliere di Parità della Provincia di Lecce, Filomenda D’Antini Solero, commenta l’iniziativa dell’Ateneo salentino di fornire tutta una serie di agevolazioni nei confronti delle studentesse-madri.
   
Nei mesi scorsi il Rettore Vincenzo Zara ha personalmente portato l’argomento all’attenzione degli Organi d’Ateneo, anche sulla base di una nota della stessa D’Antini, che sollecitava l’Atene ad “adottare interventi in favore delle studentesse madri che svolgono il lavoro domestico e lavori di cura all’interno delle proprie mura domestiche”.
   
“Ci sono sentenze che riconoscono il lavoro domestico opportunamente  come un lavoro a tutti gli effetti – continua la consigliera – e il mio impegno  proseguirà  affinchè in ogni settore venga riconosciuto il più possibile il lavoro della donna madre, donna che si dedica agli impegni familiari come a un’attività lavorativa a tutti gli effetti. Ho rivolto il mio appello all’Università del Salento ed è stato accolto dal rettore Vincenzo Zara
   
Ma a chi è rivolta questa iniziativa e, soprattutto, quali saranno le agevolazioni?
   
L’Università del Salento ha scelto di riconoscere alle studentesse non lavoratrici con figli fino ai cinque di età o in gravidanza dall’ottavo mese o con diagnosi di gravidanza a rischio le seguenti agevolazioni: diritto a usufruire degli appelli straordinari già previsti nel Regolamento didattico di Ateneo per gli studenti fuori corso; diritto a usufruire di esoneri e/o prove parziali con riduzione dell’obbligo di frequenza; possibilità di usufruire del “tempo parziale”; possibilità di richiedere la sospensione degli studi per l’anno accademico corrispondente o successivo alla data di nascita del figlio.
   
“Oggi è stato siglato un patto sociale di genere – conclude Filomena D’Antini – che vede ancora una volta il mio impegno rivolto alla tutela dei diritti delle donne questa volta attraverso il  riconoscimento di un lavoro non individuato da una fattispecie contrattuale, ma fatto di azione concrete che evidenziano e valorizzano  l’impegno della madre all’interno delle mura domestiche”.



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