Xylella, non solo ulivi ma anche piante di vite. Sit-in dei lavoratori dei vivai viticoli dinanzi alla Prefettura

Motivo della protesta da parte degli operatori l’inserimento, da parte della Commissione Europea, della barbatella nell’Allegato A che vieta la vendita delle piante. Una delegazione ricevuta dal Prefetto.

Si sono ritrovati, pacificamente armati di striscioni, volantini e fischietti, davanti all’ingresso della Prefettura di Lecce, in Via XXV Luglio, per rendere noto il loro dissenso.
 
Erano in tanti questa mattina i rappresentati del Consorzio Vivaistico Viticolo Otrantino, giunti in città per protestare per la decisione della Commissione Europea di inserire nell’Allegato A, tra le specie vegetali sensibili  al batterio xylella, non solo le piante di ulivo, ma anche le barbatelle di vite.
 
Il tanto contestato Allegato A, promulgato da Bruxelles, altro non è che l’elenco delle piante soggette a divieto di movimentazione. Una vera e propria tragedia, quindi, per chi opera nel settore del commercio della vite che, dallo scorso 15 maggio, giorno in cui è stato emanato il provvedimento, vede impedita la vendita della barbatelle e che rischia di avere ripercussioni gravi per l’economia del territorio, penalizzando tantissimi lavoratori che potrebbero perdere il salario e le prestazioni a sostegno del reddito collegate.
 
“Innanzitutto ci preme far giungere la nostra piena solidarietà ai coltivatori di ulivi”, ha affermato Luigi Rizzo, del Consorzio Vivaistico Viticolo Otrantino.
 
“Ci siamo riuniti qui oggi per protestare contro una vera e propria ingiustizia di cui siamo vittime, mi riferisco all’inserimento, da parte della Commissione Europea, delle barbatelle di vite all’interno dell’Allegato A. Da quando è stato emanato questo provvedimento i vivaisti sono fermi, non possono più vendere le piante e questo sta causando un grosso danno al nostro comparto.
 
Si tratta di un settore agricolo che conta su circa 50mila giornate lavorative annue; con un fatturato che si aggira intorno ai  20milioni di euro e che impiega oltre 500 persone. Insomma, un vero e proprio disastro per la categoria.

Chiediamo, a questo punto, che la barbatella venga spostata dall’Allegato A a quello B che ne sancisce la commercializzazione – conclude Rizzo – anche alla luce del fatto che la comunità scientifica e molti centri ricerca hanno certificato come le piante di vite otrantine siano le più sane al mondo”.

Una delegazione dei rappresentanti dei vivai, infine è stata ricevuta dal Prefetto Claudio Palomba, affinché quest’ultimo solleciti il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ad assumere una posizione forte presso l’Unione Europea.



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