​Chiusura indagini Antiracket: la Procura ribadisce l’accusa di peculato nei confronti di Attilio Monosi

L’ipotesi di reato di peculato nei confronti dell’ex assessore al bilancio, occorre ricordare, non è stata invece accolta dal gip Giovanni Gallo che aveva applicato la misura interdittiva dai pubblici uffici per gli altri capi di imputazione.

La Procura leccese chiude l’inchiesta sull’ormai noto “affaire antiracket” e l’impianto accusatorio rimane pressoché invariato.

I pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci “ribadiscono” le stesse accuse già formulate nella richiesta di applicazione della misura cautelare per la principale indagata, Maria Antonietta Gualtieri. Secondo la Procura, il Presidente dell’associazione Antiracket Salento, avvalendosi dell’apporto di numerosi altri soggetti, tra inquadrati all’interno della stessa associazione e pubblici amministratori oltre che privati imprenditori ed avvocati, avrebbe posto in essere più condotte delittuose volte al fraudolento accesso ai finanziamenti.

La Gualtieri risponde delle accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, falso ideologico e materiale, millantato credito. Non solo, anche di associazione a delinquere nel ruolo di capo, ma anche di promotore assieme a Giuseppe Naccarelli e Pasquale Gorgoni.

Francesco Lala e Serena Politi, avrebbero rivestito il solo ruolo di promotori e infine F.V. e Marco Fasiello, quello di “partecipi” all’associazione.

Riguardo la posizione dell’ex assessore al Bilancio del Comune di Lecce Attilio Monosi, la Procura contesta nuovamente le accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e peculato, in merito ai lavori di ristrutturazione della sede di Lecce dell’associazione Amtiracket, affidati alla ditta Saracino.

L’ipotesi di reato di peculato, occorre ricordare, non è stata invece accolta dal gip Giovanni Gallo che aveva applicato la misura interdittiva dai pubblici uffici per gli altri capi di imputazione. Successivamente, il Riesame ha rigettato l’istanza della difesa che chiedeva l’annullamento dell’ordinanza. Inoltre, gli stessi giudici hanno respinto l’Appello della Procura che invocava un aggravamento della misura, attraverso gli arresti domiciliari.

La Procura, al termine delle indagini preliminari, “alleggerisce” la posizione di Serena Politi, Giuseppe Naccarelli e Marco Fasiello, ai quali non vengono più contestati alcuni episodi di truffa.

I pm hanno notificato, inoltre, l’avviso di conclusione a “cinque persone giuridiche” ovvero altrettante aziende per illeciti amministrativi, in relazione al reato di truffa. Si tratta della:  All Energy con sede a Cellino San Marco; Saracino Costruzioni s.r.l. ; South Production; Yltour e My Italy Consulting s.r.l. tutte con sede a Lecce.

La posizione di Paolo Damiano Sellani, 47 anni di Lecce; Caterina Abbondanza, 59 anni, di Bari e Marco Locorotondo, 57enne di Brindisi è stata invece “stralciata” per incompetenza territoriale e se ne occuperà la Procura brindisina.

Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Milli, Amilcare Tana, Luigi Rella. Stefano De Francesco, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Anna Grazia Maraschio, Francesco Vergine, Andrea Conte, Francesco De Iaco, Cesare Del Cuore, Paolo D’Amico, Francesco Spagnolo, Andrea Sambati, Francesco Calabro, Giuseppe Romano, Carlo Sariconi, Paolo Spalluto, Francesco Galluccio Mezio, Francesca Conte,Viola Messa.

Gli indagati hanno adesso a disposizione venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive. Successivamente, la Procura potrebbe avanzare la richiesta di rinvio a giudizio.



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