​Pari diritti tra lavoratori nella Pubblica Amministrazione: ricercatore del CNR vince il ricorso in Appello

Accolta la tesi difensiva degli avvocati Manno in favore di un lavoratore supportato dalla CGIL di Lecce. I giudici hanno riconosciuto al ricercatore gli scatti di anzianità che aveva maturato quando era stato assunto con contratto a tempo determinato.

Una sentenza che sancisce la parità di diritti tra lavoratori, anche nella Pubblica Amministrazione.   La Corte d’Appello di Lecce (giudice relatore dott. De Bartolomeis) ha riconosciuto ad un ricercatore del CNR gli scatti di anzianità che aveva maturato nel periodo in cui era stato assunto con contratto a tempo determinato. Accolta, dunque, la tesi difensiva degli avvocati Nicola Manno e Raimondo Manno che hanno vinto il ricorso nel secondo grado di giudizio, a favore di un lavoratore supportato dalla CGIL di Lecce. La sentenza della Corte dAppello, emessa il 18 ottobre scorso in riforma di quella di primo grado, ha permesso al ricercatore di ottenere  una "ricostruzione" della carriera e il pagamento delle differenze stipendiali.
  
Il lavoratore aveva usufruito delle disposizioni della Legge Finanziaria per il 2007, secondo cui i dipendenti pubblici che avessero maturato almeno tre anni di anzianità, potessero stabilizzarsi con un contratto a tempo indeterminato. Il lavoratore doveva, però, aver superato un concorso e non risultare "in servizio". Ciò significava che, i dipendenti della P.A. dovevano rassegnare le dimissioni, salvo poi farsi riassumere il giorno successivo.
 
Il ricercatore fin da subito, attraverso i propri legali,  ha sostenuto che tali dimissioni erano fittizie;  venivano simulate allo scopo di “azzerare” il precedente rapporto, il quale in realtà era da considerarsi unico, con la conseguenza che dovevano riconoscersi gli scatti di anzianità. I giudici di primo grado avevano ritenuto le dimissioni reali e rigettato i ricorsi. La Corte d’Appello di Lecce ha invece accolto la tesi del ricorrente, riconoscendo al lavoratore a tempo determinato gli stessi diritti di quello a tempo indeterminato e, quindi, anche l’anzianità e le conseguenti differenze stipendiali. Il ricorso era basato sull’interpretazione orientata della legislazione nazionale alla luce della normativa comunitaria che prevede la parità di trattamento tra lavoratori. I difensori del ricercatore inoltre, hanno "richiamato" un’importante sentenza della Corte di Giustizia Europea che aveva obbligato lo Stato spagnolo a riconoscere gli scatti di anzianità ad un'infermiera che aveva lavorato per più di dieci anni in un ospedale. A seguito di tale decisone, molti lavoratori stabilizzati avevano proposto un ricorso al tribunale per chiedere l’anzianità di servizio.
 
Gli avvocati Nicola e Raimondo Manno commentano così, questa importante decisione dei giudici: "Siamo molto soddisfatti per questo riconoscimento dei diritti dei lavoratori. La sentenza della Corte d'Appello stabilisce il principio secondo cui, anche la Pubblica Amministrazione deve fare i conti con il diritto dei lavoratori ad avere una retribuzione adeguata agli anni di servizio prestati, indipendentemente dal tipo di contratto firmato. La sentenza è un passo importante per la piena attuazione dei diritti garantiti dall'Unione Europea e finalmente riconosce che non esistono lavoratori di serie A e serie B. Si apre finalmente la strada ad una piena parificazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato, anche nella Pubblica Amministrazione".



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