​Ripresi i monitoraggi ambientali lungo il percorso a terra del gasdotto, Tap ‘nessun impatto sull’ambiente’

La Trans Adriatic Popelino ha ripreso, ieri, il ciclo di monitoraggi ambientali lungo il percorso a terra del gasdotto. Poi assicura ‘le operazioni non avranno alcun impatto sull’ambiente’.

Mentre da un lato, si cercano conferme sulla notizia che il Ministero dell’Ambiente avrebbe riaperto la procedura di Valutazione d’impatto ambientale, smentita però dalla diretta interessata Tap e in attesa del tavolo tecnico che dovrebbe essere convocato a Roma nei prossimi giorni, è ripreso il ciclo di monitoraggi ambientali lungo il percorso a terra del gasdotto, in agro di Melendugno.
 
Le attività consistono nella misurazione dei livelli di rumore, della qualità dell’aria e del livello delle acque di falda in accordo al Piano di Monitoraggio Ambientale presentato alle autorità competenti. Saranno, inoltre, realizzati monitoraggi paesaggistici con fotografie georeferenziate. «Le operazioni – si legge nel comunicato stampa – non avranno alcun impatto sull’ambiente, sono anzi uno strumento di tutela che permette a TAP di avere regolarmente il polso delle condizioni ambientali del territorio su cui viene realizzato il progetto».
 
La Trans Adriatic Pipeline, insomma, continua dritta come un treno per la sua strada, nonostante i bracci di ferro che ogni tanto nascono con chi non ha mai voluto quest’opera, né la considera strategica.  In Grecia e Albania le ruspe sono già all’opera, nel Salento, invece, le attività del cantiere, avviato a maggio scorso tra le polemiche, sarebbero ferme per “colpa” di una delle 66 prescrizioni previste, la A 44, che riguarda il ripristino ambientale. In poche parole, il reimpianto degli ulivi presenti lungo il tracciato e il ripristino dei muretti a secco e di tutti gli altri elementi che costituiscono il paesaggio.
 
La prima scadenza è già passata: lo spostamento degli alberi deve essere effettuato da novembre ad aprile, perché da maggio a fine ottobre gli ulivi, in stato vegetativo, potrebbero non sopravvivere al reimpianto. E il 1° novembre è sempre più vicino.



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