Abusi sessuali sulla figlia minorenne? Il presunto padre-orco potrebbe lasciare il carcere per motivi di salute

Il gip si è riservato sulla decisione e domattina conferirà l’incarico a un consulente tecnico per sciogliere i dubbi. Intanto, le indagini continuano a tutto campo e sono in corso accertamenti sulla madre della 13enne.

Potrebbe lasciare il carcere per motivi di salute, il 45enne di Alezio finito in manette per i presunti abusi sessuali sulla figlia 13enne.
  
L'avvocato Giampiero Tramacere ha presentato un'istanza d'incompatibilità con il regime carcerario. L'uomo da alcuni anni percepisce la pensione sociale ed è affetto da alcune patologie che non lo renderebbero autonomo. Il gip Antonia Martalò si è riservato sulla decisione e domattina conferirà l'incarico al Dr. Vincenzo Garzya per sciogliere i dubbi.
  
Dunque, dall'esito della consulenza tecnica, deciderà se confermare la misura carceraria o disporre gli arresti domiciliari. La questione è stata sollevata dal legale dell'indagato, durante l'interrogatorio di garanzia tenutosi presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola. Il 45enne di Alezio ha però scelto la via del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
  
L'uomo risponde dei reati di tentata prostituzione minorile, violenza sessuale continuata e aggravata. Infatti, nelle scorse ore, il gip ha emesso un ordinanza di misura cautelare nei suoi confronti; disponendo il carcere e accogliendo così la richiesta di arresto avanzata dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci.
  
Il genitore è accusato di avere abusato per ben cinque anni (a partire dal 2012) della figlia minorenne. Questi avrebbe cominciato a molestarla, palpeggiandola nelle parti intime mentre dormiva. Man mano, gli episodi di violenza si sarebbe fatti più frequenti. In certe occasioni, avrebbe costretto la figlia a subire rapporti completi.
  
Nel caso di un suo rifiuto, l'avrebbe ricattata impedendole di uscire e frequentare le amiche; addirittura minacciandola di morte o di percosse. Non solo, poiché durante questi cinque anni, il padre le avrebbe chiesto di praticare con lui, rapporti sessuali di varia natura offrendole in cambio somme di denaro.
  
La ragazza dopo un lungo silenzio, si sarebbe confidata con il fidanzato e con un'amica. Ad ogni modo, trovò il coraggio di denunciare il padre. Dopo la segnalazione del Tribunale dei Minori iniziarono i primi accertamenti. La 13enne sarebbe poi stata ascoltata nel corso di un audizione protetta alla presenza di una psicologa, raccontando le violenze subite. Inoltre, avrebbe riferito l'intenzione di suicidarsi e di aver messo in atto gesti autolesionisti (tagli sulle braccia e le gambe).
 
Per dar sfogo alla terribile condizione, avrebbe poi annotato i propri disagi e stati d'animo sul telefonino, creando una sorta di diario. Infine, avrebbe registrato gli incontri con il padre e le squallide richieste. Il materiale è stato poi analizzato da un consulente tecnico della Procura ed è stato trovato un pieno riscontro alle dichiarazioni della giovane. La ragazza si trova in una struttura protetta ed è seguita dai servizi sociali.
  
Intanto le indagini continuano a tutto campo. Sono in corso accertamenti da parte degli agenti della Squadra Mobile di Lecce, sulla posizione della madre.
  
Gli inquirenti vogliono però vederci chiaro. La donna non si è mai accorta di ciò che accadeva in quella casa tra il marito e la figlia, mentre era assente? Nessun sospetto nel corso di quei lunghi cinque anni? Sono gli interrogativi a cui daranno una risposta nel proseguo delle indagini.  
  
Ad ogni modo, la figlia ha dichiarato nell'ambito dell'ascolto protetto,  di non averle raccontato ciò che accadeva con il padre durante la sua assenza, per non procurarle dolore. Inoltre, come affermato dal gip nell'ordinanza, la 13enne "ha manifestato il proprio disagio e comprensibile senso di colpa nei confronti della madre, per la situazione patita negli ultimi cinque anni".



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