Abusò della figlia di 9 anni durante la vacanza in Salento: padre ‘orco’ condannato a 8 anni e 6 mesi

Un 39enne di Ugento risponde dei reati di violenza sessuale continuata, aggravata dal vincolo genitoriale e dalla minore età della vittima. Il collegio giudicante ha anche disposto il risarcimento del danno per le parti civili.

Abusò della figlia di appena nove anni e questa mattina è giunta la condanna per il padre "orco". I giudici della prima sezione penale in composizione collegiale ( Presidente Francesca Mariano, a latere Alessandra Sermarini e Sergio Tosi) hanno condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione un 39enne di Ugento.
  
L'uomo risponde dei reati di violenza sessuale continuata, aggravata dal vincolo genitoriale e dalla minore età della vittima. Il collegio giudicante ha anche disposto il risarcimento del danno per le parti civili: 50 mila euro per la madre della bambina, difesa dall'avvocato Ciro De Angelis  e 20mila per ciascuno dei nonni materni, assistiti dal legale Mariagrazia Barretta.
  
L'imputato è invece difeso dall'avvocato Roberto Bray. Il 39enne di Ugento è stato interdetto in perpetuo dalla potestà genitoriale e dai pubblici uffici. In precedenza, nel corso della discussione in aula, il pubblico ministero d'udienza Maria Vallefuoco aveva invocato una condanna ad 8 anni.
  
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero, presero il via dopo la denuncia della madre presso la stazione dei Carabinieri di Ugento. La donna che viveva in Sicilia ed era separata dal marito apprese dalla sorella quel che accadeva mentre la sua bambina trascorreva con il padre le vacanze estive in Salento, tra giugno e settembre del 2011. La figlia appariva particolarmente taciturna e rabbuiata. "Sollecitata" sul perché di tanta tristezza confidò alla zia che il padre, durante l'ultima estate trascorsa insieme, avrebbe abusato di lei. 
  
La piccola dormiva nel letto del genitore ed avrebbe approfittato di tale" vicinanza" per palpeggiamenti e toccatine nelle parti intime.  Durante le indagini preliminari, vennero nominate quattro psichiatre (due dal gip e altrettante dalla Pm)  per l'ascolto protetto nell'ambito dell'Incidente probatorio. Dinanzi al gip Cinzia Vergine furono sentite sia la madre che la bambina. Entrambe confermarono ogni accusa.  I periti all'esito della consulenza, ritennero attendibili le dichiarazioni sia della madre che della minore. Inoltre, attraverso verbale di sommarie informazioni, furono acquisite le dichiarazioni di cinque testimoni e due carabinieri. Successivamente, il padre venne rinviato a giudizio. Nel corso del processo vennero ascoltate la madre e la zia che ribadirono ogni accusa. 



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