Irregolarità nei lavori del mercato ortofrutticolo di Miggiano? In tre a processo

Il mercato fu posto sotto sequestro nel febbraio del 2017 dagli uomini della Guardia di Finanza di Tricase. Successivamente fu concessa la facoltà d’uso dell’immobile.

morti sul lavoro

Finiscono sotto processo i quattro imputati per i lavori di messa in sicurezza del mercato coperto di Miggiano. Il Gup Edoardo D’Ambrosio, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio Antonio Rocco Cavallo, 51enne di Ruffano, responsabile dell’Ufficio Tecnico (attuale Sindaco di Ruffano); Daniele De Giorgi, 56enne di Taurisano, legale rappresentante della omonima Ditta Individuale; Andrea Toma, 41enne di Montesano Salentino, legale rappresentante di “Art Rame di Toma Andrea”. Dovranno presentarsi il prossimo 17 settembre dinanzi ai giudici in composizione collegiale per l’inizio del processo. Sono assistiti dagli avvocati Luigi Corvaglia, Antonio Quinto e Simone Viva.

Cavallo risponde delle ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falso ideologico. Secondo il pubblico ministero Emilio Arnesano, titolare dell’inchiesta, avrebbe dichiarato il falso nella determina del luglio 2015, attestando che si trattava d’interventi strutturali imprevedibili, urgenti ed indifferibili, non rientranti nella manutenzione ordinaria”. In realtà, sarebbe stato già a conoscenza della natura dell’intervento, a partire dal marzo del 2014.

Cavallo, inoltre, avrebbe frazionato dolosamente l’intervento, per farlo apparire inferiore alla cifra di 40mila euro (il valore reale sarebbe stato superiore ai 60mila euro) e giustificare l’affidamento diretto dell’appalto alla ditta di De Giorgi.

De Giorgi e Toma rispondono, invece, dell’ipotesi di reato di frode nelle pubbliche forniture. Il primo avrebbe eseguito i lavori della sottostruttura del solaio, sempre secondo l’accusa, in maniera inefficace dal punto di vista del consolidamento statico. Invece, viene contestata a Toma, l’irregolarità nel trattamento della guaina del solaio stesso.

Ricordiamo che l’inchiesta prese il via dalla denuncia di un “oppositore” politico. Il mercato venne posto sotto sequestro nel febbraio del 2017 dagli uomini della Gdf di Tricase. Successivamente venne concessa la facoltà d’uso dell’immobile.



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