Prova a separare due detenuti e resta ferito al volto, poliziotto penitenziario finisce in ospedale

Un agente di polizia penitenziaria è rimasto ferito mentre cercava di separare due detenuti nel reparto di di osservazione psichiatrica del Carcere di Lecce. Medicato in ospedale è stato dimesso con una prognosi di qualche giorno.

Il Carcere di Lecce torna al centro dei riflettori della cronaca locale, ancora una volta per un’aggressione ad un agente di polizia penitenziaria. È accaduto ieri, nel reparto di osservazione psichiatrica del penitenziario leccese.

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 13.00, quando un poliziotto è rimasto ferito al volto mentre cercava di separare due detenuti italiani. Insomma, per evitare il peggio o che la situazione prendesse una piega diversa è stato colpito, finendo per farsi male.

A raccontare l’accaduto è l’Osapp, in una nota a firma del vicesegretario regionale Ruggiero Damato. L’agente è stato immediatamente accompagnato al Pronto Soccorso del «Vito Fazzi» di Lecce, dove è stato curato e dimesso con una prognosi di 4/5 giorni. Inizierà – come denunciato dall’Organizzazione sindacale – anche la profilassi.

Non solo aggressioni. Ieri un altro agente è stato colpito da un ictus celebrale. È il quinto, sesto caso in due anni. Numeri – secondo l’Osapp – che dovrebbero far riflettere. Per questo ha “invitato” la dirigenza ad interrogarsi sulle condizioni lavorative degli uomini in divisa, spesso difficili.

«Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma è necessario – si legge – pensare a quello che i poliziotti e le poliziotte devono affrontare quotidianamente». Le difficoltà sono ormai note: dal sovraffollamento, alla carenza di personale. Dai problemi strutturali al taglio delle risorse.

Senza contare il numero dei suicidi in cella. Alto, troppo alto. Mentre parallelamente cresce il numero degli agenti che decidono di intraprendere la stessa tragica strada. Solo nel 2017, gli uomini della penitenziaria che si sono tolti la vita in servizio, prima di recarsi sul luogo di lavoro o appena terminato il turno, sono stati sei. Altrettanti hanno compiuto lo stesso drammatico gesto nel 2016. 5 nel 2015.



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