Aggrediti nelle campagne di Melendugno due agronomi di Tap. La multinazionale “siamo preoccupati”

Due agronomi di TAP sono stati aggrediti questo pomeriggio nelle campagne di Melendugno. Il gruppetto, che ha danneggiato la carrozzeria dell’auto su cui viaggiavano, si è dileguato quando sono intervenute le forze dell’ordine.

cantiere-tap

Due agronomi di Tap sono stati aggrediti questo pomeriggio nelle campagne di Melendugno, mentre erano impegnati in una ricognizione degli ulivi che affondano le loro radici lungo il tracciato del gasdotto. È la stessa multinazionale svizzera, preoccupata per l’accaduto, a ricostruire i fatti in una nota.

L’auto su cui viaggiavano i due tecnici sarebbe stata bloccata con una pietra. Uno ‘stop’ forzato che avrebbe consentito ad alcuni malintenzionati di danneggiare carrozzeria e pneumatici. L’assalto sarebbe durato fino all’arrivo delle forze dell’ordine: il gruppetto, infatti, si è dileguato alla vista degli uomini in divisa.

I due lavoratori hanno provveduto a sporgere denuncia presso gli uffici della Questura di Lecce. «TAP esprime preoccupazione per quest’aggressione – si legge –  tutti i colleghi manifestano vicinanza e solidarietà ai due tecnici».

Intanto…

Domani, 5 aprile due rappresentanti della Bers, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, saranno a Lecce per parlare di Tap e delle ricadute sul territorio con le istituzioni locali, ma secondo il Movimento NoTap si dovrebbero incontrare prima i cittadini, per ascoltare cosa hanno da dire sul progetto considerato «strategico» per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. 

«Alle richieste del sindaco di Melendugno, di non effettuare questo incontro in una stanza chiusa ma direttamente nel paese, tra la gente, per avere il sentore reale della devastazione ambientale e sociale che Tap sta portando – si legge in un lungo post su facebook – c’è stato il rifiuto da parte dei rappresentanti della Bers. Un rifiuto imbarazzante che dimostra, ancora una volta, che le decisioni vengono prese sulla testa della popolazione e non nei suoi interessi».

«Perché fare un incontro a porte chiuse e lontano dal problema reale? Perché nascondersi dietro quattro mura e non voler ascoltare quello che il popolo ha da dire?» si domandano, promettendo che faranno sentire la loro voce.



In questo articolo: