Agguato mortale in stile mafioso a Casarano: ecco chi era Augustino Potenza

Ricostruendo la storia del 42enne, freddato da 16 colpi di pistola e kalasnikov, emerge un curriculum criminale di non poco conto. Intanto, dai primi accertamenti sembrerebbe che Potenza avesse un appuntamento e bisognerà capire se ci sia un collegamento con il suo ‘passato’.

Un nome, quello di Augustino Potenza, legato a doppio filo alla frangia della Scu capeggiata da Vito Di Emidio. Ricostruendo la storia del 42enne, freddato da 16 colpi di pistola e kalasnikov nel tardo pomeriggio di ieri, emerge un curriculum criminale di tutto rispetto.

Augustino Potenza nato a Stoccarda, ma residente a Casarano, era sfuggito il 23 luglio del 2005 a un blitz antimafia scaturito dalla dichiarazioni del pentito della Scu Vito di Emidio di Brindisi, alias "Bullone". Potenza veniva indicato tra i responsabili dell'omicidio dei coniugi Fernando D'Aquino e Barbara Toma, freddati nel marzo del 1998 presso una masseria di Collepasso; non soltanto, anche di Cosimo e Fabrizio Toma, rispettivamente padre e figlio, uccisi nel maggio del 2000.

Potenza, per tali episodi di sangue, rispondeva dei reati di associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio ed era ritenuto "al soldo" del clan Di Emidio.

Dopo circa un anno e mezzo di latitanza, il 24 ottobre del 2006, fu catturato dai carabinieri nelle campagne fra Matino ed Alezio, a bordo di una moto. L'uomo aveva appena ricevuto 130mila euro in contanti da due persone, dopo la consegna di due chili di cocaina. Il 42enne di Casarano successivamente fu sottoposto a processo e venne condannato all'ergastolo.

Il verdetto fu confermato in Appello. Nel 2014, però, si verificò un colpo di scena, poiché la Corte di Cassazione annullò le precedenti sentenze. Gli "ermellini" stabilirono  che un nuovo processo fosse celebrato a Taranto. Intanto, Potenza, assitito dall'avvocato Luigi Covella, ottenne la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia. A luglio del 2014, la Corte d’Assise d’Appello del capoluogo  ionico,  assolse Potenza per il duplice omicidio, cosicché la sentenza divenne definitiva.

Dopo l'assoluzione, Potenza si sarebbe rifatto una vita, dedicandosi al commercio nel settore calzaturiero e agroalimentare, dedicandosi anche all'attività finanziaria nelle vesti di broker e si era addirittura iscritto all'Università. Fino a ieri, quando due sicari su una moto di grossa cilindrata gli hanno scaricato addosso una raffica di proiettili che lo hanno colpito in viso e sul torace.

Potenza si trovava fermo ad una pensilina del parcheggio del supermercato Ipermac di Casarano, nei pressi della propria auto. Aveva appuntamento con qualcuno? Ed eventualmente che tipo di persone stava aspettando? Sarà difatti importante stabilire se l'esecuzione, che certamente (come ribadito dal procuratore capo della DDA) è un agguato in pieno stile mafioso, affonda le proprie origini nel passato criminale di Potenza. Oppure in questi ultimi tempi, il 42enne di Casarano ha continuato a coltivare amicizie pericolose?

A far luce sulla vicenda, i carabinieri del Norm e gli uomini del commissariato locale di Polizia che stanno già eseguito i primi rilievi. L'indagine da questo momento verrà coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Gli inquirenti  potranno eventualmente contare sulle testimonianze delle tante persone che affollavano l'area del supermercato. Ma bisognerà anche fare i conti con il muro di omertà che tante volte, in casi di questo tipo, sbarra la strada al lavoro degli inquirenti. Gli investigatori, ad ogni modo, non potranno fare affidamento sulle registrazioni dell'impianto di videosorveglianza del supermercato, che è guasto da circa due anni.

Inoltre, le indagini serviranno a stabilire, se si possa parlare di una recrudescenza della criminalità organizzata, nel Basso Salento ed in particolare a Casarano. Non è passato certo inosservato, l'altro episodio  (tra il 5 e 6 settembre scorso), in cui quattro colpi di pistola vennero sparati contro l'abitazione di Luciano Polimeno, legato al clan Tornese di Monteroni.



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