Ai domiciliari continua a spacciare e per lui si ri-aprono le porte del carcere

Un 25enne è stato arrestato nel maggio 2014 perchè trovato con la droga, poi una serie di segnalazioni tutte riguardanti trasgressioni al regime dei domiciliari ha fatto scattare altri controlli e il giovane è ora in carcere.

A soli 25 anni un giovane squinzanese continua a fare i conti con le forze dell’ordine per questioni legate allo spaccio di droga. Giovanni Matteo Manca, era già finito nel mirino della Giustizia per questioni di droga nel maggio del 2014 quando è stato arrestato perché sorpreso in possesso di ben un chilo di marijuana.

Per lui ora si riaprono le porte della casa circondariale di Lecce e, questa volta, a far scattare le manette ai suoi polsi, sono stati i carabinieri della Stazione di Squinzano, in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale di Lecce – Ufficio G.I.P. che ha aggravato la precedente misura di arresti domiciliari.

Dopo l’arresto del maggio 2014 ne era seguito prima un periodo di detenzione carceraria, poi l’attenuazione e la conversione nella reclusione cautelare nella sua casa. Nonostante tutto, il 25enne sembra non aver tenuto in conto le limitazioni e le prescrizioni connesse al suo stato: prima fra tutte, non avere contatti con persone estranee ai familiari conviventi, e men che mai con precedenti anche solo di polizia o comunque coinvolte in illeciti.

Voci giunte alle orecchie dei militari hanno fatto scattare nuove investigazioni e una serie di servizi di osservazione discreta, appostamenti, lunghe ore trascorse nelle vicinanze del domicilio di Manca, confusi tra la gente in abiti civili.
Poi la svolta: il 9 luglio, di primo pomeriggio, i militari notano un altro giovane noto per i suoi precedenti recarsi a casa di Manca; fermato altrove per un controllo, poco dopo, quel giovane viene trovato in possesso di 4 grammi di hashish.
Immediata è partita la segnalazione all’autorità giudiziaria, con richiesta di ripristino della custodia cautelare in carcere, che è stata accolta dalla Procura della Repubblica e dal Giudice per le indagini preliminari.
Giovanni Manca, così, ha fatto ritorno a Borgo San Nicola.



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