Alla scoperta di abusi con un drone, l’AMP di Porto Cesareo scova ormeggi non autorizzati e molto altro

L’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, grazie all’ausilio degli strumenti d’alta tecnologia messi a disposizione da ‘Salento Droni’, ha scoperto tanti abusi che mettono a repentaglio l’ecosistema dell’intera area tutelata. Un drone ha svelato ormeggi abusivi e corpi morti.

Le alte tecnologie si ritagliano un ruolo sempre più importante a sostegno della legalità. Prosegue, infatti, con successo la difficile azione di contrasto agli ormeggi abusivi nelle acque di balneazione della località Jonica.

L’Ufficio Locale Marittimo "Torre Cesarea" avvalendosi del supporto di un drone, condotto da esperti ed autorizzati piloti di "Salento Droni" è riuscita così a censire decine di corpi morti abusivamente posizionati in area protetta e pianificare, successivamente, un adeguato intervento di rimozione.

Le ultime attività perlustrative  hanno riportato alla luce, dopo l’importante intervento di rimozione di gavitelli per l’ormeggio – con annesso sequestro di natanti lo scorso anno – un nuovo scempio ambientale.

Negli ultimi anni, le tecnologie legate allo sviluppo e soprattutto all'utilizzo dei droni, hanno subito una rapida evoluzione che ha portato allo sviluppo tecnologico nell'ambito della sensoristica, attività essenziale in grado di equipaggiare i velivoli telecomandati con molteplici strumenti e software, rendendoli efficaci ed economici nel monitoraggio ambientale.

L’Area Marina Protetta “Porto Cesareo” si dimostra all’avanguardia nell’uso di tecnologie per l’indagine ambientale ed è approdata recentemente anche nell’uso delle riprese dall’alto. Del resto, l’AMP di Porto Cesareo con i suoi quasi 17mila ettari di superficie marina tutelata, è la terza per estensione in tutta Italia. 

Nella giornata di oggi sono state effettuate mirate indagini, con l’ausilio di droni che hanno scattato immagini riprodotte in foto ortogonali nella baia della Strea dove sono stati individuati tutta una serie di ormeggi abusivi e corpi morti che, oltre ad essere vietati, recano sicuramente un grave danno alla flora e alla fauna marina.



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