Ambulante aggredito a Torre Chianca, la Procura chiede che i due leccesi siano processati direttamente

Il sostituto procuratore Paola Guglielmi, che sostiene l’accusa di tentato omicidio aggravato dall’odio razziale, ha chiesto il giudizio immediato per Mirko Castelluzzo e Federico Ferri. I due leccesi sono accusati di avere aggredito e tentato di affogare un venditore ambulante

Nessuna udienza preliminare, ma la richiesta di arrivare direttamente al processo. È quello che vuole la Procura di Lecce che chiede il giudizio immediato per Mirko Castelluzzo e Federico Ferri i due leccesi che, durante l'estate, tentarono di affogare un giovane ambulante africano nei pressi del lido “La Cambusa” a Torre Chianca

Il sostituto procuratore Paola Guglielmi, che sostiene l’accusa di tentato omicidio aggravato dall’odio razziale, ha motivato la richiesta, in virtù dell’evidenza della prova acquisita e dello stato di detenzione dei due indagati. Già l'11 agosto scorso, il Tribunale del Riesame confermò  l'ordinanza del Gip Antonia Martalò di convalida dell'arresto e custodia cautelare in carcere di Mirko Castelluzzo. Infatti il difensore  del  37enne leccese, l'avvocato Benedetto Scippa, aveva impugnato il provvedimento, poi rigettato dai giudici del Riesame e dunque Castelluzzo rimase detenuto nel carcere di Borgo San Nicola. L’avvocato del 25enne Federico Ferri (Giuseppe De Luca), invece, già a suo tempo rinunciò al possibile ricorso.

Ricordiamo che nell'ambito dell'udienza di convalida, i due leccesi avevano fornito la propria versione dei fatti sull'accaduto. In particolare Castelluzzo raccontò come, il 26 luglio scorso, l’ambulante avesse cercato di rovistare nella borsa della figlia per cercare degli occhiali da sole, che sarebbero stati rubati, arrivando a molestarla. A quel punto, l’avrebbe allontanato, dandogli uno schiaffo, ma non lo avrebbe preso a pugni, né tanto meno, avrebbe cercato di affogarlo in mare. Ben diversa, la ricostruzione della polizia. Il giovane, originario della Guinea Bissau, ma residente a Lecce, venne prima picchiato e poi trascinato in acqua, dove sarebbe stato tenuto  con la testa sott’acqua per diversi minuti. La Polizia, giunta prontamente sul posto, assistette il malcapitato, ferito in più parti del corpo e visibilmente scosso.

Poi la ricostruzione della vicenda e l'identificazione dei colpevoli, che una volta portati via, avrebbero ricevuto la "solidarietà" di molte persone che accerchiarono i poliziotti.

I due sono già noti alle forze dell'ordine. Castelluzzo annovera precedenti per mafia e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Infine, ricordiamo che durante la notte, successiva all'aggressione dell'ambulante, ci fu l'esplosione di un ordigno che danneggiò gravemente il Lido Cambusa”, situato a poca distanza dal luogo, in cui si è verificata l'aggressione al giovane ambulante. La "coincidenza" fece sì, che vennisse avviata un'ulteriore indagine per individuare eventuali nessi tra i due fatti.



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