“Antiracket Salento”, processo con rito abbreviato: la Procura chiede la condanna dei tre imputati

La Procura ha chiesto la condanna dei tre imputati che hanno scelto il rito “abbreviato”. Nella giornata di oggi si è tenuta la discussione in aula. Il processo è stato aggiornato al 28 giugno prossimo, quando il giudice emetterà la sentenza.

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La Procura chiede la condanna dei tre imputati che hanno scelto il rito “alternativo”, nel processo sulla presunta truffa con i fondi dell’Antiracket.

I pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, dinanzi al gup Alcide Maritati, hanno invocato la pena di 3 anni e 4 mesi per Salvatore Laudisa, 53 anni, di Lecce; 3 anni nei confronti di V. F., 39enne, di Lecce; 8 mesi per Cristian Colella, 44 anni, di Brindisi. Il processo è stato aggiornato al 28 giugno prossimo, quando il giudice emetterà la sentenza.

Nella giornata odierna, dunque, si è tenuta la discussione in aula. Dopo la requisitoria della pubblica accusa, hanno preso la parola i difensori dei tre imputati.

L’avvocato Luigi Covella, difensore di Salvatore Laudisa, ha sostenuto come la condotta del proprio assitito, in qualità di Dirigente dell’Ufficio Ragioneria del Comune di Lecce, fosse legittima, chiedendone l’assoluzione. L’imputato risponde di peculato, in concorso con Giuseppe Naccarelli, Pasquale Gorgoni, Attilio Monosi, Giancarlo Saracino e Paolo Rollo.

La Procura contesta questa ipotesi di reato in relazione ai lavori di ristrutturazione della sede di Lecce dell’associazione Antiracket, affidati alla ditta Saracino.

L’avvocato Paolo D’Amico, difensore di V. F., invece, ha sottolineato l’estraneità dell’imputato dalla compagine associativa. Riguardo l’accusa di truffa aggravata, invece, il legale ha sostenuto come il disciplinare d’incarico di V. F., dimostri che era impiegato realmente e non fittiziamente presso l’associazione.

Secondo la Procura, invece, l’avvocato V. F. era “partecipe” dell’associazione per delinquere, e coadiuvava Maria Antonietta Gualtieri, 63 anni, di Lecce, Presidente dell’associazione Antiracket Salento, nelle false rendicontazioni del personale impiegato presso gli sportelli.

L’avvocato Paolo D’Amico ha chiesto l’assoluzione anche per Cristian Colella, l’avvocato brindisino accusato di falso ideologico. Secondo l’accusa, avrebbe fatto parte di una commissione esaminatrice, in realtà mai riunitasi, all’interno dell’associazione Antiracket Salento.

Nell’udienza odierna hanno discusso anche gli avvocati di parte civile, “allineandosi” alle richieste di condanna della Pubblica Accusa.

Intanto, prosegue il processo ordinario dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale. Sul banco degli imputati, occorre ricordare, compaiono ventitré persone.

Il Comune di Lecce si è costituito parte civile nella prima udienza.



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