Appalto truccato per l’illuminazione pubblica a Corsano? Condanna per i due imputati

I giudici hanno inoltre condannato l’azienda ‘Alfano spa’, al pagamento di 60mila euro e l’interdizione, per il periodo di 1 anno, dalla stipula di contratti con la pubblica amministrazione. I presunti illeciti si sarebbero verificati tra marzo e giugno del 2008.

Si conclude con due condanne, il processo sull'appalto per l'aggiudicazione della pubblica illuminazione del Comune di Corsano. Il collegio della prima sezione penale (Presidente Gabriele Perna, a latere Alessandra Ferraro e Silvia Minerva), ha condannato Antonio Ciampi, 64enne di Arzano (provincia di Napoli), procuratore speciale dell'Alfano spa, a 3 anni e 4 mesi  con l'accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio", assolvendolo per il reato di falsità materiale e ideologica, commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Invece, il 50enne di Napoli Giuseppe Alfano, amministratore dell'azienda, è stato condannato ad 1 anno ( pena sospesa) per "falso ideologico" ed assolto in merito al falso materiale. I giudici hanno inoltre condannato l'azienda "Alfano spa", al pagamento di 60mila euro e l'interdizione, per il periodo di 1 anno, dalla stipula di contratti con la pubblica amministrazione.
 
Accolta, anche se parzialmente, la tesi difensiva dell'avvocato Luigi Corvaglia, legale di Ciampi. Egli ha sostenuto nell'ambito della discussione in aula, come il proprio assistito fosse assolutamente estraneo all'ipotesi accusatoria di falso, sia materiale che ideologico. Inoltre, il legale ha sostenuto che non vi fosse alcuna prova della presunta corruzione messa in atto dal Ciampi. Alfano è difeso dal legale Bruno Von Ax del Foro di Napoli, il quale ha chiesto l'assoluzione dell'imputato. Il pm Giovanni Gagliotta ha invece invocato la condanna a 3 anni e 6 mesi per Ciampi e 1 anno e 9 mesi nei confronti di Alfano. Il pm ha inoltre chiesto per l'Alfano spa il pagamento di 500 quote del valore di 300 euro ciascuna e l'interdizione, per 2 anni, dalla stipula di contratti con la pubblica amministrazione.
 
I presunti illeciti si sarebbero verificati tra marzo e giugno del 2008. Secondo l'accusa, l'Alfano spa si sarebbe aggiudicata la gara di appalto relativa alla pubblica illuminazione del Comune di Corsano, grazie all'intervento di un dirigente tecnico. Gianfranco Marino, 46enne di Gagliano del Capo avrebbe "ritagliato" il bando ed il capitolato di gara, su misura della Spa Alfano che partecipava in RTI (raggruppamento temporaneo) con un'altra impresa, adattandoli alle caratteristiche imprenditoriali ed economiche dell'azienda napoletana e ricopiandoli in maniera pressoché identica dal Comune di Bisceglie. Invece, Ciampi avrebbe inviato i verbali di aggiudicazione già predisposti.

Alla fine, l'Alfano spa si sarebbe aggiudicata l'appalto, grazie anche all'intermediazione del 63enne Cosimo Calcagnile di Racale, "faccendiere" e rappresentante per il Sud Salento dell'azienda napoletana, per un valore complessivo di 6 milioni di euro e la durata di trent'anni. Marino e Calcagnile avrebbero ricevuto una cospicua somma di denaro, in cambio della buona riuscita del piano. Nel novembre del 2008, i Carabinieri della Compagnia di Maglie li arrestarono. Entrambi hanno già patteggiato la pena. Sempre su richiesta di Ciampi, procuratore speciale dell'Alfano spa, Marino avrebbe redatto un falso attestato riguardante un sopralluogo (mai avvenuto e atto obbligatorio per partecipare alla gara) di un rappresentante della azienda, presso il Comune di Corsano.
 
L'inchiesta prese avvio dalla denuncia di un imprenditore "concorrente" di Soleto, il quale dichiarò di essere stato vittima di un tentativo di concussione ai suoi danni da parte di Marino e Calcagnile.

L'uomo avrebbe dovuto versare 160 mila euro per ottenere l'appalto di pubblica illuminazione a Corsano. 



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